mercoledì 31 agosto 2011

PIERCING E TATUAGGI? PRATICHE PER IMMATURI E VANITOSI!

In tempi recenti hanno fatto capolino nell'universo giovanile le mode del piercing e del tatuaggio, ultime tendenze di un look sempre più dilagante e accattivante. Nessun lembo di pelle o qualsivoglia recondito anfratto del corpo è stato risparmiato, neppure le "aree"riservate ad attività nobili e…meno nobili. Ombelichi, lingue, sopracciglia, labbra, nasi, orecchi e irriferibili organi, trasformati, grazie a chiodi, spilloni, anelli e altri fantasiosi "gadget", in straordinarie opere d'arte, che neppure le più ardite avanguardie di arte moderna sperimentale riuscirebbero a riprodurre. Un tempo gli artisti solevano trasporre i loro afflati creativi su tela o materiali affini, oggi non più; grazie alla volenterosa disponibilità corporale giovanile, il supporto di lavoro è cambiato: schiene, coscie, pance, polpacci, bicipiti, tricipiti, chiappe..."materiali" molto più ecologici, vivi e naturali... con buona pace e immenso giubilo delle organizzazione ecologiste. Ancora una volta la geniale intelligenza giovanile è riuscita a frenare e contrastare questo triste momento storico contrassegnato dall’uso di una tecnica sempre più fredda ed impersonale; pertanto gradirei non udire più alcuna voce adulta, lamentarsi che i giovani si disinteressano alla cultura e all'arte, quando essi stessi ne incarnano l’essenza. Certo, dai giovani non possiamo ancora pretendere una cultura artistica"alta", se non altro in considerazione del fatto che hanno appena iniziato a muovere i primi passi partendo da una cultura spazzatura di tipo televisivo offerta dagli stessi adulti. Per ora accontentiamoci di questi "timidi" tentativi e apprezziamo l’indubbia volontà di testimoniare sulla loro pelle la consacrazione alle belle arti. Questi giovani titani dell'arte sono talmente consci del loro valore sociale comunicativo, da essere disposti a subire l'oltraggio del pubblico ludibrio, passando sotto le irridenti forche caudine di un"ignorante"opinione pubblica, che vergognosamente di arte moderna non conosce affatto nulla. Pur sforzandomi, non riesco infatti a comprendere che ci sia da ironizzare o sghignazzare, nel vederci sfilare dinnanzi giovani agghindati con immaginifiche raffigurazioni naif, o trapassati da eleganti e luccicanti articoli da ferramenta in acciaio inossidabile. Quanta ignoranza! Dovremmo invece ringraziare questi incompresi martiri della cultura contemporanea che ci permettono di godere (gratuitamente) di cotanto visibilio estetico spirituale. Lo ammetto (ma per sola mia ignoranza intellettuale personale), non conosco il significato ultimo (e a dire il vero: neppure il primo) delle loro opere, ma sono certo, sotto sotto, probabilmente molto sotto…qualcosa ci sarà…o, forse è vero il contrario: non c’è nulla di più profondo di quanto appaia in superficie!?




BESTEMMIATORI? UOMINI DA POCO!

Se è vero che, anche il linguaggio è segno dei tempi e cartina di tornasole del livello di civiltà della società non posso che rattristarmi dinnanzi all'incontrastata proliferazione della bestemmia.




E' sotto gli occhi di chiunque che non esiste alcun ambiente o ceto immune da questa immonda ed incivile piaga sociale.



La bestemmia, ancor prima di mancare di rispetto ai sentimenti e ai valori religiosi, offende il comune sentire delle più elementari regole di urbanità e convivenza.



Risalendo alle cause e alle motivazioni di questo incivile vezzo nazional-popolare, si scopre che il bestemmiatore non si serve semplicemente della bestemmia per inveterata abitudine, disinvolto intercalare, candida parolaccia o innocuo vizietto, come cercano invece di giustificare e tollerare solerti "soloni" sociali e persino premurosi genitori ...entrambi accomunati e accodati allegramente alla falsa morale antiproibizionista, permissivista, buonista, giustificazionista e godereccia in questi tempi apparentemente vincente e dominante , ma è più verosimile e credibile che il bestemmiatore, sia semplicemente una persona vuota di valori, di contenuti, di linguaggio, di argomentazioni , di prospettiva, di sostanza, di Dio e di tutto quel bagaglio dialettico e valoriale che contraddistingue una persona civile, matura e saggia.



Molti giovani sono convinti che : oltre una sigaretta light ,un vestitino griffato(o più recentemente graffiato…) , una spalmatina di gel e un cellulare multiconcertistico…anche la bestemmia rientri nel beauty case del perfetto fichetto trendy , ammirato e invidiato dagli amici"sfigati" e poco chic...in questo desolante quadro è impressionante ascoltare con quanta disinvolta sfacciataggine i novelli bocca di rosa riversino i loro improperi addosso ai propri simili ...nel linguaggio…del tutto simili...



Dinnanzi a questi ingiustificata tracotanza è opportuno e necessario diffidare anche di talune correnti di pensiero per evitare di cadere nella trappola di una disinvolta interpretazione sociologica di questo malcostume ormai dilagante, pronta a scagionare i bestemmiatori individuandone le cause in alcuni fenomeni sociali di massa: ispirazione, emulazione, imitazione, identificazione...credo sia più onesto e "rispettoso" verso gli stessi bestemmiatori ritenere che la fonte della loro bestiale trivialità ed ignoranza sia imputabile esclusivamente all'intimo della loro coscienza oramai adagiata e conformata al fondo di un' abissale vacuità!



Non è migliore neppure chi ipocritamente si scandalizza ad udire una bestemmia, ma nei fatti non profferisce una singola parola per tacitare o richiamare l'immorale ed instancabile stacanovista della bestemmia (mai un solo giorno di sciopero...sich), nascondendosi o giustificandosi dietro il paravento del solito, ma comodo, pretestuoso e un pò vigliacco timore di essere tacciati di pruderie moralista e perbenista, o per quel diffuso malinteso senso di diritto alla libertà di espressione (che ha sconfinato nel più becero libertinaggio)che la nostra società tanto decanta e sublima e che ha oramai attecchito anche le più zelanti e pilatesche coscienze religiose e cattoliche.



Anche la giurisprudenza da un paio di anni, accodandosi supinamente ai nuovi e moderni "costumi" nazionali ha depennato dal codice civile e penale il reato di vilipendio alla religione (altro segno dei tempi...), per cui "grazie" alla totale assenza di "ammonizioni" civili , religiose o giuridiche...l'incallito bestemmiatore vomita gratuitamente e impunemente la sua insulsa, disprezzante e vuota spocchia su Dio, la Madonna e tutti noi .



Che sia giunto il momento dopo tanti gridati ed indignati girotondi dedicarne almeno uno(forse...anzi...certamente più importante...) al ripristino della civiltà mettendo al pubblico ludibrio il partito questo si fuorilegge , dei bestemmiatori?



RAMADAN? DIGIUNO E ASTINENZA? LA BALDORIA INIZIA AL TRAMONTO!

Da pochi giorni è finito il Ramadan. Molte amministrazioni locali italiane, le stesse che quando si tratta di feste cattoliche se ne stanno rigorosamente zitte, hanno fatto gli auguri ai nipotini di Maometto. A Verona, il Vescovo Zenti, è addirittura entrato scalzo in moschea per decantare l’intrinseca spiritualità “digiunatoria” praticata da un miliardo di maomettani. E pensare che qualcuno dice che la Chiesa Cattolica ha la fissa del copyright della Verità.


Il Ramadan, giova ricordarlo, è quella pratica che obbliga i praticanti musulmani ad astenersi dall’alba al tramonto dal mangiare, dal bere, dal fumare, e dal praticare attività sessuali. In molti paesi islamici, e questa la dice lunga sul concetto di libertà vigente nell’islam, chi trasgredisce è accusato di empietà massima e conseguentemente sanzionato penalmente. A parte che non è chiaro che c’azzecca il fumare o il non fumare con il “vademecum” del buon fedele, quello che l’opinione pubblica “infedele” ignora, è che appena il sole tramonta, i fedeli della mezza luna riprendono focosamente le “attività” dismesse. I golosi ripigliano a gozzovigliare, e chi se lo può permettere, a “consolare” le quattro mogli. Se qualche pratica analoga venisse contemplata anche dalla religione cattolica, i soliti laicisti (leggasi anche coloro che vedono di buon occhio tutte le religioni fuorché quella cattolica) l’accuserebbero di ipocrisia e “ridicolaggine”. Ma dal momento in cui è praticata dai discendenti del poligamo Maometto, tanto di cappello e auguri assicurati.

Gianni Toffali

GUARIRE DALL'OMOSESSUALITA' E' POSSIBILE

Nell’odierno panorama culturale, l’omosessualità maschile, sdoganata dall’area dei tabù, ammicca dai cartelloni pubblicitari e dagli spot televisivi, viene gridata nei gay pride e in qualunque programma televisivo, ma viene sottaciuta nella sua dimensione di sofferenza individuale. E’ nota la crisi dell’identità maschile e la crescente incertezza della definizione di “genere sessuale”, ma prevale lo stereotipo politically correct per cui bisogna vivere e accettare serenamente il proprio essere gay. Il malessere legato alla percezione della propria omosessualità è poco riconosciuto e considerato non tanto una drammatica incognita interiore, ma il risultato di una chiusura moralistica-religiosa della società.
Chi si prodiga a difendere i “diritti” degli omosessuali, in realtà opera verso loro una spregiudicata azione di indifferenza e cinismo, mascherata sotto le mentite spoglie della comprensione e della solidarietà. Favorire o assecondare lo stato di omosessualità, non equivale certo a far del bene ai “diversamente orientati” , a meno che si abbia voglia di scherzare, raccontando la favoletta che l’amore sterile tra gay generi alcunchè di buono.
Se veramente si avessero a cuore gli omosessuali dovremmo indicare vie e soluzioni meno ipocrite . Alcune risposte stanno arrivando dalla psicologia cosiddetta “ricostitutiva”, basata sugli studi empirici della identità sessuale. Autorevoli psicologi che da anni lavorano in questo campo possono documentare numerose “guarigioni” di persone gay che hanno iniziato una terapia psicanalitica seria, e sono completamente usciti dal tunnel di una personalità incompiuta (vera radice dell’omosessualità).
Certo, per gli omosessuali il primo passo da fare sarà gettare alle ortiche le bandiere ideologiche dell’orgoglio gay e riconoscere umilmente e senza complessi il proprio bisogno d’aiuto. La società invece, dovrebbe avere il coraggio di infrangere il luogo comune imposto dai media, secondo cui bisognerebbe arrendersi al fatto che omosessuali si nasce. Il problema dell’omosessualità non si affronta, ne demonizzando, ne assecondando, ma tentando il recupero, liberamente e senza costrizioni.



Gianni Toffali

ZENTI SCALZO ALLA MOSCHEA: EBBRO DI CONCILIO O DI RECIOTO?

Domandina facile facile: è ancora vescovo, anzi cattolico quegli che — Zenti — occultata la croce pettorale e scalzo, in osservanza al falso culto musulmano, si porta in moschea a celebrare la fine del ramadan assieme ai seguaci di Maometto e ne elogia la (demoniaca) spiritualità? L’allusione è all’incontro interreligioso tenutosi a Verona, presso il locale centro islamico, venerdì 26 u.s. cui ha preso parte il presule, Zenti appunto.




Ma, si dirà, l’ha fatto anche Ratzinger, nella moschea blu di Istanbul, nel 2006. Vero. E, allora, la domandina si ripropone pari pari: è ancora papa, anzi cattolico, colui che si porta in moschea, scalzo, in osservanza al culto maomettano, volgendosi in deferente e silenziosa orazione verso La Mecca? Di diverso, fra Zenti e Ratzinger, solo il colore delle calze.



Già, perché è la Sacra Scrittura, mica il primo sciocco che passa per strada, che dice: “Tutti gli déi dei popoli pagani, sono démoni”. E un Papa, anzi tutti i Papi, mica un Ratzinger qualsiasi, insegnano che non è cattolico chi compia simili gesti, che sono di prudenza mondana (nel migliore dei casi), quando non atti di pura apostasia: "Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio. […] Risulta quindi evidente […] il motivo del permanente divieto posto da questa Sede Apostolica ai fedeli di partecipare a riunioni degli acattolici” (Pio XI P.P. Enciclica Mortalium Animos, 6 gennaio 1928).



I tradizionalisti cattolici — si sa — non inseguono le maggioranze, né l’applauso del mondo, né sedicenti sovranità popolari: eppure, se venisse chiesto alle persone comuni, se sono contente di queste spericolate prodezze di Ratzinger e Zenti e ove venisse indetto un referendum su questo tema fra tradizionalisti e conciliari, anzi fra tradizionalisti e tutti gli altri, i primi vincerebbero a mani basse, con percentuali da far impallidire il plebiscito truffaldino del 1866 di annessione del Veneto all’Italia.



Nelle prossime settimane spetterà ai tradizionalisti cattolici, puramente e semplicemente, far presente lo stato delle cose e ricordare alla popolazione i fatti, per trarre tutti a sé. Numerosi fedeli e concittadini ci hanno già contattato — scandalizzati — chiedendoci se Giuseppe Zenti si sia recato in moschea in qualità di ecclesiastico ebbro di ideologia conciliare o in qualità di Cavaliere del Recioto (vista l’onorificenza di Cavaliere dello Snodar di cui è stato recentemente insignito e da lui ricevuta dall’omonima Confraternita, con somma solennità cerimoniale) e dunque ebbro, piuttosto, del generoso nettare delle nostre terre. Era insomma Zenti Cavaliero dell’etilica Confraternita di burloni, quegli che si è recato venerdì scorso in moschea o si crede davvero che un battezzato, peggio un ministro, peggio un successore degli Apostoli dell’unico vero Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo possa partecipare alle funzioni degl’infedeli maomettani? Rinnegando così quel Gesù Cristo che, solo, è la via, la verità e la vita (Gv. 14, 6) “e in nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati" (Atti 4, 12).



I responsabili



Matteo Castagna



Maurizio-G. Ruggiero



martedì 23 agosto 2011

VASCO ROSSI DISDICE I CONCERTI PROGRAMMATI

Tale Luca Giovannelli, con tono minaccioso ed offensivo (è partita querela nei suoi confronti per diffamazione) mi aveva invitato il 4 settembre a partecipare ad un concerto del Blasco.
Peccato che il concerto, causa problemi di salute derivanti dalla vita sregolata del Blasco, NON SI FARA’ PIU’!!
Alla fine...si paga tutto!! ah ah ah




venerdì 19 agosto 2011

SUORE DI CLAUSURA? VERE DONNE!

I media di tutto il mondo hanno riportato la notizia che una suora spagnola di clausura di 103 parteciperà alla Giornata Mondiale della Gioventù. Durante la rassegna stampa di Radio Radicale, il suo direttore Massimo Bordin, si è subdolamente chiesto se la suora entrata in convento nel 1927, fosse entrata di sua spontanea volontà. Evidentemente al conduttore di Radio Radicale, ma assieme a lui, sicuramente una buona fetta di italiani atei ed agnostici, pare impossibile che una persona possa donare l’intera esistenza a Dio. Ma lo scetticismo circa la scelta della vita claustrale, sfiora anche molti cattolici che hanno scambiato la Chiesa Cattolica per un’agenzia etico filantropica atta a debellare le povertà del mondo o a risolvere questione “profane” come la difesa dell’acqua o il rifiuto al nucleare. Spiace prendere atto che molti intellettuali laici e cattolici non sappiano che oltre alle Opere di Misericordia Corporali, esistono anche le Opere di Misericordia Spirituali. Le suore di clausura che dedicano l’intero arco della loro vita a pregare Dio e le anime dei defunti suppliscono a questa primaria funzione spirituale che molti cattolici hanno abbandonato. Le suore di clausura sono le vere eroine del terzo millennio, altro che starlette, veline ed escort.




Gianni Toffali

mercoledì 17 agosto 2011

FAMIGLIA CRISTIANA SETTIMANALE "CATTOLICO"? AH AH AH

La portavoce dei cattolici adulti italiani, vale a dire Famiglia Cristiana, ha affermato che "Nella vicenda della minorenne Ruby, marocchina che si tentò di far passare per nipote del Presidente egiziano, risalta la personalità di un politico che, forse, ha sbagliato secolo, immaginandosi simile ai signori rinascimentali ai quali tutto era permesso, grazie all'assenza di un'opinione pubblica informata e all'acquiescenza delle gerarchie circostanti". Per l’ennesima volta il settimanale dei Paolini commissariato dal Vaticano per posizioni contrarie al Magistero, ha avuto la spudoratezza di condannare tout court il “donnaiolo” Berlusconi ancor prima di attendere la sentenza. Che il direttore Sciortino amasse la politica più della teologia, e i partiti di sinistra più del Pdl, è cosa nota, ma che fosse stato nominato dallo Spirito Santo novello Torquemada con licenza di rogo, questo ancora non si sapeva. Il prete che ama vestirsi in giacca e cravatta (quasi fosse umiliante portare il clerygman) dovrebbe sapere che l’uomo di chiesa deputato ad ammonire un peccatore è il suo confessore o il suo direttore spirituale! Il moralizzatore Sciortino, dovrebbe inoltre essere a conoscenza che la superbia, vale a dire il credersi pari a Dio (e quindi in potere di dispensare giudizi e condanne definitive) è il primo dei sette vizi capitali. Gli “avvoltoi” che non sono riusciti ad abbattere Berlusconi, né con l’esito delle urne elettorali, né con la strumentalizzazione degli studenti, né con il 14 dicembre, né con le toghe rosse, né con le donne, né con i moralismi d’accatto, si devono rassegnare al fatto che che è meglio un (presunto) puttaniere che fa buone leggi a favore della famiglia, piuttosto che un ipocrita baciapile che vorrebbe concedere diritti a chi per egoismo non si vuole sposare, o peggio, ai “diversamente orientati”. Chi dell’opposizione è senza peccato (leggasi di sesso, magari con trans e sodomiti) scagli la prima pietra, se ne ha il coraggio!


Gianni Toffali

8 MARZO FESTA DELLA DONNA? NO! UNA BUFALA COMUNISTA!

Le donne italiane si stanno accingendo a celebrare l’8 marzo. La maggioranza, godrà l’amena giornata all’insegna di mimose, chiacchiere, gossip e discoteche. Una minoranza invece, la vivrà rivendicando in qualche convegno semideserto, le magnifiche sorte e progressive delle conquiste femministe, vale a dire il diritto all’aborto e la gestione privata dell’utero. Le conseguenze le conosciamo tutti: milioni di bimbi abortiti e sfascio della famiglia. Scontato che tra le donne “impegnate” non mancherà qualche radical chic politicizzata che accuserà Berlusconi di calpestare la dignità femminile. Attualità a parte, la mitologia femminista ha tramandato per decenni il racconto che la data dell'8 marzo fu scelta alla seconda Conferenza internazionale di donne socialiste a Copenhagen, nel 1910, per commemorare la carneficina di oltre cento operaie di una camiceria di New York, intrappolate in un incendio appiccato dal padrone della fabbrica per vendicarsi di uno sciopero. Qualche anno fa si scoprì che, l’incendio non era riconducibile né a scioperi, né a serrate, che fece vittime anche fra gli uomini, e che soprattutto avvenne nel 1911, cioè un anno dopo Copenhagen. In realtà, l'istituzione dell'8 marzo come Festa della donna risale alla III Internazionale comunista, svoltasi a Mosca nel 1921, dove fu lanciata da Lenin come "Festa internazionale delle operaie", in onore della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo. Il racconto di un 8 marzo istituito in memoria di un massacro frutto di odio classista e capitalista fu opera del Partito Comunista Italiano, che nel 1952, in piena Guerra Fredda, pubblicò la cronaca di questo incendio vero, ma manipolato in chiave anti-americana. La versione fu ripresa dall'Unione Donne Italiane, il settore femminile della Cgil, per organizzare quell'anno la festa dell'8 marzo, e poi dalla Cgil stessa, che vi ricamò ulteriormente, aggiungendo altri personaggi al racconto due anni dopo. La vicenda è indicativa dell'egemonia cercata, e alla lunga ottenuta, dalla sinistra italiana sulle false istanze delle donne. Se questa è la verità, ha senso festeggiare un’invenzione ideologica il cui unico fine è dare fiato ad un certo tipo di femminismo radicale che odia gli uomini (Berlusconi in primis), la proprietà privata, il libero mercato, l’America e al contempo ha promosso il diritto allo sfratto degli esseri umani nascenti a conquista di cui andare fieri? Se le donne vogliono festeggiare l’8 marzo a tutti i costi, piuttosto che stucchevoli dibattiti pseudo culturali, meglio una cenetta a lume di candela con mariti e fidanzati.


Gianni Toffali

VITTORIO ARRIGONI: TERRORISTA SANTIFICATO DALLE SINISTRE

Mentre mezzo mondo esulta per la morte di Bin Laden, solo Hamas e il Vaticano hanno manifestato “disappunto”. L’organizzazione terrorista palestinese presso cui era impiegato il “martire” italiano Vittorio Arrigoni, ha definito l’omicidio del numero uno di Al Qaeda “un eroe islamico da onorare”; il portavoce della sala stampa Vaticano Padre Federico Lombardi, ha invece esclamato che “di fronte alla morte di un uomo non ci si rallegra mai”. Paradossalmente, Hamas ha espresso una verità conforme al vero, mentre Padre Lombardi, ha proferito un’emerita fesseria. Definendo Bin Laden un eroe islamico, Hamas ha confermato che terrorismo e religione islamica sono consustanziali, e contemporaneamente ha smentito l’ingenuità (tutta occidentale) di chi per accecamento ideologico o durezza di comprendonio, nega qualsivoglia forma di contiguità tra terrorismo e islam. Detto in altri termini, Hamas, ha esaurientemente convalidato le inascoltate osservazioni di Oriana Fallaci e Magdi Allam, vale a dire che il germe dell’odio è naturale scaturigine della religione di Allah. Quanto al portavoce del Vaticano, dovrebbe ricordarsi il capitolo 2263 Catechismo della Chiesa cattolica afferma che “Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore”. Il capitolo 2266 precisa inoltre che “Difendere il bene comune della società esige che si ponga l’aggressore nello stato di non nuocere. A questo titolo, l’insegnamento tradizionale della Chiesa ha riconosciuto fondato il diritto e il dovere della legittima autorità pubblica di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto, senza escludere in casi di estrema gravità, la pena di morte”. E’ mai dunque possibile che un esponente delle gerarchie vaticane abbia potuto biasimare quei miliardi di persone che hanno gioito per la morte di un feroce sanguinario? Vuoi vedere che se invece di abbattere le Twin Tower, il “buon” Bin Laden avesse raso al suolo San Pietro, il poco ferrato in materie dottrinali, alla notizia dell’esecuzione avrebbe gridato giustizia è fatta? A spendere parole di pietà e comprensione quando i morti sono “altrui”, son capaci tutti: pacifisti docet!


Gianni Toffali

AMY WINEHOUSE E VASCO ROSSI? CATTIVI MAESTRI DA EVITARE!

Nei giorni scorsi si sono accavallate le notizie della morte di Amy Winehouse e delle dimissioni dall’ospedale di Vasco Rossi. Che cosa abbiano in comune Amy Winehouse e Vasco Rossi è cosa risaputa: la vita spericolata, la droga e l’alcol. Non sempre però, ai cattivi maestri riesce di terminare le lezioni: la Winehouse è morta per overdose, mentre Vasco Rossi, nonostante la giovane età, ha dovuto ritirarsi dai palcoscenici per evidenti problemi di salute legati agli stili di vita. Il fatto sconcertante non è tanto il successo che le due rockstar hanno riscosso tra i teenager di mezzo mondo, ma che nessuna autorità politica, religiosa o morale, abbia pubblicamente stigmatizzato il loro modello “educativo”. E’ mai possibile “predicare” disvalori come il nichilismo, il menefreghismo e l’individualismo senza rischiare nemmeno una misera censura? E’normale lasciare che l’educazione dei giovani sia intossicata da prototipi “pedagogici” che incitano alla droga, all’alcol, al sesso libero e alla cultura dello sballo? A chi avvelena le giovani generazioni, dovrebbe essere messa una camicia di forza, altro che essere lasciato libero di spandere fango e immoralità!


Gianni Toffali

PARTIGIANI? COMUNISTI CHE ODIAVANO L'ITALIA E GLI ITALIANI

Nella ricorrenza del 25 aprile, anche quest’anno il presidente Napolitano si è “scordato” di puntualizzare alcuni scomodi “dettagli”. Dopotutto il primo presidente comunista d’Italia, rappresenta lo specchio fedele di ciò che i testi della scuola pubblica fanno credere agli ignari studenti. Innanzitutto, assodato che l’Italia la guerra la perse, non ha precisato che festeggiare una sconfitta, è masochismo allo stato puro. In secondo luogo non ha specificato che la liberazione è stata prevalentemente determinata dagli alleati e in minima parte dai partigiani. Anzi, onestà intellettuale e storica avrebbe voluto che Napolitano condannasse pubblicamente i partigiani comunisti dei Gap (Gruppi Azione Patriottica), i quali provocavano deliberatamente i tedeschi nella certezza assoluta che le ritorsioni avrebbero ammazzato cittadini inermi. Avrebbe altresì dovuto ricordare che Mussolini e suoi stretti collaboratori non vennero uccisi dai partigiani comunisti per motivi politici, ma banalmente per rubare le casse della Repubblica Sociale (detto anche l’oro di Dongo), tesoro con il quale poi il PCI acquistò la sede in Via Botteghe Oscure a Roma. Ed infine, anche se per citare i misfatti dei partigiani servirebbero decine di libri (come ad esempio i testi dell’”eretico” Gian Paolo Pansa, la cui unica “colpa” è stata quella di aver smascherato i crimini e le ipocrisie dei “liberatori”), il ciarliero presidente tuttologo avrebbe dovuto condannare i così chiamati “tribunali del popolo” (nomignolo camaleontico che i comunisti si dettero per giustificare la sete di sangue e vendetta) che a partire dal 25 aprile, dopo processi farsa, senza difesa e senza appello, fucilarono oltre ai quindicimila fascisti e semplici avversari, centotrenta sacerdoti, religiosi, parroci, cappellani militari e semplici preti senza incarichi specifici. Crimini a sfondo religioso dunque, accertati e documentati nel nuovo libro di Roberto Berretta “Storia dei preti uccisi dai partigiani”. Ennesima prova provata che i “rossi” di tutti i tempi e luoghi “amano” gli esseri umani nella misura in cui sono funzionali ai loro interessi di bottega. L’auspicio è che Berlusconi e i suoi ministri aprano gli occhi, e che l’anno prossimo non si facciano abbindolare da chi usa il mito dei partigiani per convincere gli italiani a pensare che la sinistra sia cosa buona e giusta. Celebrare ancora il 25 aprile equivarrebbe a prendere a schiaffeggiare la verità e prendere a calci nel sedere la vera storia d’Italia.


Gianni Toffali

ZERBINI & ESCORT & PD

Nella speranza di beccare qualcosa, da quando il mondo è mondo, lacchè, cortigiani e zerbini hanno leccato ed adulato i potenti di turno. Talvolta ai reggenti è andata bene: al loro cospetto si sono avvicendate, seppur non ammantate di immacolate virtù, bellissime donne, ad altri invece, è andata molto male. Per rimanere sull’italico suolo, Berlusconi è stato fortunato. Ai suoi piedi si sono accucciate decine di bocca di rosa in cerca di notorietà, gloria e agiatezze. Vero, le adulatrici non facevano Goretti di cognome, anzi si sussurra fossero finanche un tantino mignotte. Diversamente, ai vertici della Lega non si sono presentate bambolone mozzafiato, ma, pur praticando la medesima professione, il segretario del Partito Democratico. La domanda che i veri moralisti (che non sono i sepolcri imbiancati che amano le piazze, gli slogan imbottiti d’odio, gli atti vandalici e le bandiere rosse) si devono porre è: che differenza passa tra una lucciola che vende il suo corpo ed un Bersani che svende i suoi ideali pur di abbattere il nemico Berlusconi? Risposta ovvia: nessuna! Che altro non è se una forma di meschina prostituzione svendersi alla Lega per realizzare il federalismo fiscale in cambio della testa del capo del governo? E’ normale, e soprattutto morale (morale si fa per dire) rinnegare i valori (valori sempre per dire) del Partito Democratico, vale a dire il diritto all’aborto (leggasi omicidio di un essere innocente), all’omosessualità (leggasi pratica della sodomia senza apertura alla vita) ,all’eutanasia e al testamento biologico (leggasi omicidio di un soggetto incapace di intendere e volere) e alla fecondazione artificiale eterologa (leggasi selezione innaturale della specie di nazista memoria) pur di cacciare il più votato ed amato dagli italiani? Per fortuna i leghisti, come il macho Berlusconi, manifestano tendenze eterosessuali, motivo per cui le efebiche seduzioni di Bersani saranno respinte al mittente. Per il segretario del Partito Democratico, semmai, il rischio di potenziale pratiche sessuali “alternative” provengono dalla sua base, che già grida all’inciucio con i nemici di sempre. Uomo avvisato, deretano salvato!


Gianni Toffali

LA PEDOFILIA? AUSPICATA E PROMOSSA DALLA SINISTRA

Per assecondare i neopuritani del terzo millennio (stranamente scopertasi tali dopo le vicende giudiziarie di Berlusconi), il Pdl Veneto ha proposto la castrazione chimica dei pedofili. Apriti cielo, chi sino al giorno prima predicava il sesso libero etero ed omo e l’utero è mio e lo gestisco io, invece di gongolare per i rischi che Berlusconi potrebbe correre in seguito alle presunte frequentazione dell’immacolata Ruby, ha gridato alla barbarie. In particolare alcuni consiglieri del PD Veneto, hanno accusato i proponenti di volersi salvare la faccia. Obiezione palesemente falsa dal momento in cui molti esponenti del Popolo delle Libertà e della Lega hanno più volte proposto la castrazione dei pederasti. Piuttosto, perché i neopuritani dell’opposizione si sono scordati di auto ricordare, a se stessi e agli italiani, che l’uso sessuale dei minori, è una pratica incoraggiata dell’intellighenzia laica e di sinistra di tutto il mondo? Per fare solo alcuni esempi in ordine sparso temporale, Rousseau, il profeta dell'educazione relativista e illuminista si comprò per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate. La nota intellettuale di sinistra Dacia Maraini, sulla scia dei filosofi illuministi che praticavano sesso con i lori figli, sostenne che l'incesto è una pratica naturale. Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori. Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi a Bruxelles, raccontò addirittura di avere sperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, come insegnante. Aldo Busi ha spiegato che l'età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo. Nichi Vendola, governatore della Puglia, in una intervista del 1985 a Repubblica affermava: "Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l'ha vista sempre in funzione della famiglia". I radicali, vale a dire i fuoriusciti da una costola della sinistra, hanno organizzato il 27-10-1998 un convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione recitava: "Essere pedofili non può essere considerato un reato; la pedofilia diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone". Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente e la legge lo permetta. L'internazionale dei Gay e delle lesbiche (ILGA) ha collaborato politicamente e culturalmente con i pedofili americani (NAMBLA: North American Man-Boy Lovers Association ) per dieci anni, prima di separarsi da questo movimento. Il filosofo omosessuale Mario Mieli sosteneva la funzione redentiva della pedofilia. Nelle sue opere (considerate la bibbia dei gay) vengono considerate esperienze redentive da promuovere, oltre la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia. Le associazioni omosessualiste (COC) fondate da Jef Last (pedofilo omosessuale e amico di André Gide) nei Paesi Bassi hanno voluto e ottenuto la depenalizzazione dei contatti sessuali con giovinetti al di sopra dei 12 anni . Nel 1990, infatti, erano stati depenalizzati, nei Paesi Bassi, i contatti sessuali (etero e omo) con individui sopra i 12 anni: la condizione era il consenso del giovane o della giovane e il nulla osta dei genitori.


Se questi sono i fatti, non sarebbe il caso che i moralisti che attendono con ansia il 6 aprile, invece di vedere le pagliuzze negli occhi di Berlusconi, si levassero le travi che si sono conficcate nei loro occhi a forza di spiare nei buchi delle serrature altrui? Se Berlusconi non è uno stinco di santo, un guardone è uno stinco, ma di altra natura!

Gianni Toffali

DECOLONIZZAZIONE? UN FLAGELLO PER L'AFRICA

Riferendosi all’emergenza immigrati e alla guerra in Libia, il Card. Bagnasco ha detto che “Tutta L’Europa, e non da oggi, è in debito con l’Africa”. Medesimo concetto espresso qualche anno fa da Gheddafi quando asserì che “le radici del terrorismo e della povertà sono riconducibili al periodo coloniale”. Seppur con motivazioni diverse, il primo per ragioni “umanitarie”, il secondo per ragioni economiche (spillare soldi all’Italia), entrambi sono arrivati alla conclusione che gli occidentali sono “cattivi” e gli africani “buoni”. Evidentemente la leggenda nera sul colonialismo insegnata nella scuola pubblica non ha danneggiato solo i laici. La ministra Gelmini, dovrebbe licenziare in tronco quelle maestrine che diffondono il virus dell’autolesionismo, ovvero il far credere che il colonialismo europeo sia la causa di tutti i mali che affliggono il continente Africa. Semmai è vero il contrario: la decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia ha impedito che i germi della democrazia, del progresso e dello sviluppo, volenti o nolenti portati dagli “invasori” europei, attecchissero in quei popoli che mai conobbero concetti come libertà, diritti civili e libero mercato. Nessuno può mettere in dubbio che la civiltà occidentale, con i suoi fisiologici limiti antropologici e culturali (vedi ad esempio il “diritto” all’aborto o la diffusione capillare dell'ideologia gay), sia di gran lunga superiore alla civiltà orientale ed in particolare islamica. Appare evidente che se le nazioni sottosviluppate e rette da regimi dittatoriali, anelino ad uscire dalla condizione di arretratezza in cui versano, debbano imitare i deprecati paesi occidentali. Ma fintantoché si continuerà a non toccare il concetto di auto determinazione dei popoli, su quelle povere terre i diritti umani rimangono pie illusioni e sempre più immigrati busseranno alla porta degli “infedeli”, ma ricchissimi vicini di casa.


Gianni Toffali

REFERENDUM 2011: VITTORIA DEI FRUSTRATI E DEI RIVOLUZIONARI

Sino al 13 giugno 2011, si pensava che solo il calcio possedesse la capacità di alleviare frustrazioni, insoddisfazioni, rabbie, delusioni, scontentezze e amarezze. A partire dalle ore 16, cioè l’ora in cui sono stati diffusi i primi dati sui referendum, si è scoperto che persino la politica riesce a curare le patologie degli italiani. Ad aver visto gruppuscoli di agitati esultare sino alla follia per un banale esisto referendario (il cui solo effetto sarà quello di pagare le bollette più care rispetto alle nazioni che dispongono di centrali nucleari), c’è da rimanere sconcertati. Non si può non pensare che in quelle masse si celino, non solo profili psicologici instabili, ma germi rivoluzionari di sinistra memoria. Qualche giorno prima dei referendum, la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, aveva coraggiosamente dichiarato che se i referendum avessero vinto, l'Italia sarebbe tornata indietro. E cosi sarà. Le responsabilità della sconfitta? Troppo comodo scaricare le responsabilità unicamente sui professionisti della menzogna, vale a dire le organizzazione ecologiste specializzate da decenni nel terrorismo psicologico di massa, le colpe vanno attribuite al complesso di inferiorità tipico del centro destra. Dai vertici alla base, nessun componente del governo ha avuto il coraggio di asserire pubblicamente che boicottare un referendum è un diritto sacrosanto non meno nobile del diritto all’andare a votare. La storia del comunismo votato dal popolino con annessi e connessi cento milioni di morti, è la prova provata che i “sinistri” sono più bravi a intortare le masse dei “destri”. Chi ha creato l’uomo lo sapeva bene, ecco il motivo per cui Gesù Cristo con profondo rammarico se ne uscì con il sibillino "i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce" (Luca 16, 1-13). Visto i risultati, e come dargli torto?


Gianni Toffali

UMBERTO VERONESI (PD): GAY AMORE PURO. AH AH AH

Umberto Veronesi ha dichiarato che “quello omosessuale è l’amore più puro, al contrario di quello etero”, la nuova giunta milanese ha assicurato più diritti agli omosessuali, la chiesa valdese ha celebrato il primo matrimonio gay, e dulcis in fundo, New York ha detto sì ai matrimoni omosessuali. Risultato: i gay italiani e americani hanno toccato il cielo con un dito. Ma quel giorno (ammesso che arriverà) che i gay saranno istituzionalmente e socialmente riconosciuti, riusciranno ad essere autenticamente felici? E, dettaglio non secondario, come potranno dirimere i limiti fisiologici derivanti dall’unione di persone dello stesso sesso? In parole semplici, come potranno riprodursi? Secondo natura il corpo dell'uomo è fatto per unirsi con quello della donna e viceversa: non c'è bisogno di conoscere a fondo l'anatomia e la fisiologia umana per constatare questa banale evidenza, e non c'è neanche bisogno di scomodare la fede per riconoscerla. Se così stanno le cose, suffragate dalla ragione e dall’intelletto, i “diversamente orientati”, possono spiegare ai tradizionalmente orientati il motivo del loro orgoglio? Si può essere orgogliosi per un impulso sessuale che, dicono le statistiche e la medicina, genera aids, malattie veneree e morte? Si può essere orgogliosi di usare il corpo del partner a soli fini edonistici a prescindere dalla valenza sociale che anche gli atti sessuali (aperti alla vita) apportano alla collettività? Si può essere orgogliosi di sfruttare le risorse dello stato (pensioni e assistenza) senza aver dato nulla in cambio? Si può essere orgogliosi di tappare la bocca a quella nutrita schiera di omosessuali “dubbiosi” che vorrebbe liberarsi dalla schiavitù del sesso contro natura? Perché i media, spesso talvolta complici delle lobby gay, non dicono che in Italia e nel mondo, migliaia di omosessuali si sottopongono a terapie psicologiche riparative il cui effetto è la “guarigione” di circa un terzo dei “pazienti”? Se non si rispetta la verità sull’uomo, vale a dire l’allontanarsi dalla legge morale naturale inscritta nel Dna degli esseri umani, il solo effetto si chiamerà infelicità. Alzare la voce e gridare la rabbia nei gay pride, è solo un patetico tentativo di soffocare la voce della coscienza che nemmeno l’illusione del sesso estremo riesce a tacitare.


Gianni Toffali

QUOTE ROSA PER LE DONNE? BAGGIANATA FEMMINISTA!

Sin dagli albori dell'umanità, e come il mondo animale insegna, le femmine hanno sempre svolto ruoli che ruotavano prevalentemente all'interno delle mura domestiche. I risultati erano entusiasti: stabilità famigliare, figli rettamente allevati ed educati, aborti e divorzi (quasi) zero. Poi arrivò il sessantotto. Qualche testa calda ficcò in testa alle masse che la donna poteva gratificarsi maggiormente uscendo di casa. E così fù. Gli effetti furono catastrofici: instabilità famigliare, figli allo sbando, aborti e divorzi decuplicati. Non serve precisare che quella infausta cultura fu divulgata dalla sinistra italiana. Nulla di strano comunque, il libro più venduto al mondo, cioè la Bibbia, racconta che l'inversione dell'ordine naturale è pervicacemente inseguita e pratica dai "figli delle tenebre" di tutti i tempi e luoghi. Nemici dell'ordine naturale a parte, ciò che sconcerta, è che persino il centro destra si sia fatto ammaliare da certuni pruriti femministi di sinistra memoria. Per assecondare il continuo piagnisteo e il falso vittimismo di non poche donne, il governo Berlusconi ha proposto l'emendamento 2.03 al decreto Sviluppo, che stanzia 100 milioni annui per il 2012, 2013,2014 per coprire crediti di imposta per le aziende che assumono donne. Se l'emendamento dovesse passare, le già privilegiate donne, la cui strada professionale è già ricca di privilegi (vedi pensione anticipata rispetto all'uomo) e scorciatoie, ruberanno il futuro ai maschi. Il ridicolo provvedimento dell'adeguamento dell'età pensionabile nel 2016 già regala loro anni di mancati contributi previdenziali e di anni di lavoro che tutti gli italiani e soprattutto gli uomini, devono pagare alle "mantenute", subendo questa infinita sequela di "cambiali sociali" che le donne addebitano al genere maschile. I governanti dovrebbero ricordarsi del gravissimo danno erariale per l'assunzione in servizio delle donne in settori dove il loro impiego non solo è inutile ma persino dannoso, ultimo esempio la caserma di Ascoli, nei corpi di polizia, vigili urbani e forze armate. Paradossalmente, è un diritto degli uomini avere rappresentanti maschili nel ministero per le pari opportunità femminili, altresì è un diritto maschile poter contrastare e contestare l'idiozia di imporre le quote rosa nelle liste per le elezioni comunali, quando lo stesso elettorato femminile non le vota. L'auspicio è che la classe politica maschile abbia il coraggio di repingere al mittente le ridicoli ragioni del femminismo imperante travestito da diritto per meglio fregare gli ingenui maschietti.


Gianni Toffali

FEDERICA PELLEGRINI & CORNA & SATANISTI

Dopo aver vinto due medaglie d’oro a Shanghai, Federica Pellegrini ha innalzato al cielo due vistose corna. Interrogata dai giornalisti sul significato del gesto, Federica si è schernita rispondendo che era dedicato ad amici nuotatori. Generalmente la stragrande maggioranza della gente per esprimere riconoscenza o assicurarsi protezioni, è avvezza farsi il segno della croce. Il segno della croce infatti, è universalmente riconosciuto quale gesto di lode, di ringraziamento e soprattutto di appartenenza a Dio. Le corna, al contrario, come dicono gli esorcisti, rappresentano il segno distintivo d’appartenenza a Satana. Qualunque attento osservatore della realtà, avrà sicuramente fatto caso che i cornetti rossi, variante soft delle corna “tradizionali”, si scorgono ovunque. Si vedono nelle autovetture, nei negozi, nelle case, appese alle catenine del collo o vicine all’orologio, occhieggiano nei siti satanisti e pornografici e sovente fanno bella mostra assieme a teschi e volti raccapriccianti, sui corpi tatuati di migliaia di individui. Se è vero che molti fessacchiotti amano le corna e i simboli luciferini più della croce, per ignoranza e superstizione (i più, soprattutto gli atei, sono convinti che un cornetto in tasca abbia il potere di scacciare malocchi, ielle, sfortune e maledizioni), è altrettanto vero che una buona percentuale di “cornuti” utilizza i poteri degli spiriti maligni, per impetrare ricchezza, successo e popolarità. La “leggenda” del vendere l’anima al diavolo, come precisato da molti esorcisti e come accertato da innumerevoli testimonianze (cerca sull’web per credere) non è un favola da sbeffeggiare o un mito da denigrare, ma una realtà su cui riflettere seriamente. “La più grande vittoria di satana è quella di far credere di non esistere” diceva Baudelaire. Se non si vuole finire tra le grinfie del principe delle tenebre, meno oscure corna, e più luminosi segni della croce!


Gianni Toffali

SODOMITI, GAY, CHECCHE, TRANS, EFFEMMINATI FINIRANNO ALL'INFERNO

Per diffondere l’ideologia gay a livello planetario, dal 5 al 17 maggio le lobby omosessuali internazionali hanno organizzato in tutte le città del mondo, convegni, seminari, spettacoli e manifestazioni. Come noto, a criticare chi ha scambiato una pulsione per amore vero e a ricordare a chi pratica “diversamente”, che la natura non solo non dona figli, ma “regala” virus e morte , si viene automaticamente tacciati di omofobia. Se è vero che i “critici” contemporanei che ritengono superiore il modello Giulietta & Romeo piuttosto che lo sgraziato prototipo Giulietto & Romeo, vengono sovente accusati di non essere degli stinchi di santi, quindi non in condizione di fare la morale ai “diversamente orientati”, perché non conoscere ciò che i Santi veri pensavano dell’omosessualità? Santa Caterina da Siena, nel Dialogo della divina Provvidenza, così si esprimeva sul vizio contro natura: “Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma spiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato”. Il francescano san Bernardino da Siena nella Predica XXXIX proclamò “Non è peccato al mondo che più tenga l’anima, che quello della sodomia maledetta; il quale peccato è stato detestato sempre da tutti quelli che sono vissuti secondo Iddio. La passione per delle forme indebite è prossima alla pazzia; questo vizio sconvolge l’intelletto, spezza l’animo elevato e generoso, trascina dai grandi pensieri agli infimi, rende pusillanimi, iracondi, ostinati e induriti, servilmente blandi e incapaci di tutto; inoltre, essendo l’animo agitato da insaziabile bramosia di godere, non segue la ragione ma il furore”. San Tommaso definì l’omosessualità come il vizio contro natura più grave, equiparandolo al cannibalismo e alla bestialità. “L’intemperanza è sommamente riprovevole, per due ragioni. Innanzitutto perché ripugna sommamente all’umana eccellenza, trattandosi di piaceri che abbiamo in comune coi bruti. Secondariamente perché ripugna sommamente alla nobiltà ed al decoro, in quanto cioè nei piaceri riguardanti l’intemperanza viene offuscata la luce della ragione, dalla quale deriva tutta la nobiltà e la bellezza della virtù. I vizi della carne che riguardano l’intemperanza , benché siano meno gravi quanto la colpa, sono però più gravi quanto all’infamia. Infatti la gravità della colpa riguarda il traviamento dal fine, mentre l’infamia riguarda la turpitudine, che viene valutata soprattutto quanto all’indecenza del peccato. Ma i vizi che violano la regola dell’umana natura sono ancor più riprovevoli. Essi vanno ricondotti a quel tipo di intemperanza che ne costituisce in un certo modo l’eccesso: è questo il caso di coloro che godono nel cibarsi di carne umana, o nell’accoppiamento con bestie, o in quello sodomitico”. (San Tommaso D’Aquino o.p., Summa Theologica, II-II,q.142,a.4). San Giovanni Crisostomo commentando l’epistola di san Paolo ai Romani affermò: “Le passioni sono tutte disonorevoli, perché l’anima viene più danneggiata e degradata dai peccati di quanto il corpo lo venga dalle malattie; ma la peggiore fra tutte le passioni è la bramosia fra maschi. I peccati contro natura sono più difficili e meno remunerativi, tanto che non si può nemmeno affermare che essi procurino piacere, perché il vero piacere è solo quello che si accorda con la natura. Ma quando Dio ha abbandonato qualcuno, tutto è invertito! Perciò non solo le loro passioni sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche. Perciò io ti dico che costoro sono anche peggiori degli omicidi, e che sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo. L’omicida separa solo l’anima all’interno del corpo. Qualsiasi peccato tu nomini, non ne nominerai nessuno che sia uguale a questo, e se quelli che lo patiscono si accorgessero veramente di quello che sta loro accadendo, preferirebbero morire mille volte piuttosto che sottrarvi. Non c’è nulla, assolutamente nulla di più folle o dannoso di questa perversità”. (San Giovanni Crisostomo, Homilia IV in Epistula Pauli ad Romanos). Le citazioni sull’omosessualità proferite dai Santi del passato, potrebbero continuare all’infinito. Peccato che nei dibattiti culturali e nei salotti buoni della TV queste naturali ed ovvie considerazioni, vengano sistematicamente ignorate e snobbate. Citarle, equivarrebbe a far ragionare chi ancora dovesse nutrire dubbi circa la “normalità” e la liceità dei comportamenti omosessuali. Gli omosessuali non vanno discriminati, ma semplicemente indotti ad usare la ragione.




Gianni Toffali



mercoledì 10 agosto 2011

VASCO ROSSI MODELLO DA CONDANNARE

In due mesi Vasco Rossi è stato ricoverato due volte. La prima degenza è stata goffamente giustificata con un’improbabile frattura alle costole. Alla seconda, Vasco Rossi ha ammesso che i suoi ricoveri erano imputabili al mal di vivere, vale a dire la depressione.




Il Blasco, sin dall’esordio della sua carriera, ha sistematicamente predicato ai ragazzini che lo osannavano, la trasgressione, il nichilismo e l’individualismo quali vie “divine” per l’auto realizzazione di sé. Peccato che il decantatore della vita spericolata, abbia predicato “bene”, ma razzolato male. Per infausta eterogenesi dei fini, o più prevedibilmente quale ovvia conseguenza di un certo stile di vita, il modello di super uomo sprezzante di ogni regola sociale decantato per un’intera carriera, è miseramente caduto nella polvere. Come si suol dire: dalle stelle alle stalle.



La cosa buffa di Vasco è che a quasi sessant’anni i suoi soldi e i suoi successi non sono riusciti a dare un senso alla sua vita. Scomoda ammissione espressa senza reticenze in un pezzo di qualche anno fa. Il componimento autobiografico diceva testualmente “Voglio trovare un senso a questa condizione anche se questa condizione un senso non ce l'ha. Sai che cosa penso, che se non ha un senso, domani arriverà lo stesso. Senti che bel vento non costa mai tempo domani un altro giorno arriverà”. Come dire: siccome è più facile vivere di frivolezze e mondanità piuttosto che cercare l’essenza ultima del senso del vivere, meglio fare spallucce e continuare a vivere superficialmente che tanto domani arriva lo stesso. Peccato che la sua “filosofia” all’insegna del “e chissenefrega” si sia tradotta in una grave forma di depressione. Come dice una massima “chi è causa del proprio mal, pianga se stesso”.



Poco male quindi che lo “spericolato” sia caduto in stato di prostrazione esistenziale. Molto male invece, per quei fans che hanno seguito le sue orme, ma che non essendo noti come il loro idolo, non hanno potuto dire ai media gli effetti subiti dall’educazione “blaschiana”. Vasco Rossi, ma assieme a lui, milioni di altri individui che hanno deliberatamente scelto di rimanere atei ed agnostici, costituiscono la prova provata che il non rispondere alle domande di senso della vita, quali la morte, Dio e l’aldilà, porta alla malattia, alla follia e all’autodistruzione.



Gianni Toffali

LE RADICI DELLA VIOLENZA (di sinistra ovviamente)

L’Inghilterra è sotto assedio. Migliaia di giovani stanno mettendo a ferro e fuoco decine di città. La scintilla che ha fatto partire la protesta, è stato l’uccisione di un criminale da parte della polizia. Il premier David Cameron ha definito i devastatori dei banali criminali. Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista ha però replicato: "Macché criminalità, è rivolta sociale. L'Inghilterra è la punta dell'iceberg di una situazione generale in Europa, dove le giovani generazioni sono senza prospettiva per l'oggi e per il domani". Chi tra i due avesse ragione, è fuor di dubbio: il comunista Ferrero. Come si suol dire: “i simili riconoscono i propri simili”. Bisogna ammettere che per il compagno Ferrero riconoscere gli emuli d’oltremanica è stato un gioco da ragazzi. La storia ha ampiamente dimostrato che l’umanità è stata sistematicamente flagellata dalle rivoluzioni e dalle rivolte di sinistra. Sin dalla sua fondazione, cioè dalla rivoluzione russa del 1917, l’internazionale comunista ha partorito generazioni su generazioni di individui dal Dna indubbiamente aggressivo. Normalmente gli esseri umani che non appartengono a nessuna ideologia politica, si comportano da persone civili: non aggrediscono chi non la pena come loro, non rubano ai ricchi, non bruciano le case, non devastano le città, non calunniano la Chiesa Cattolica, si sposano tra maschi e femmine, sono a favore del progresso, non “okkupano” scuole, università e fabbriche, onorano le regole sociali e soprattutto rispettano la vita che sta per nascere. Al contrario, e i fatti lo confermano chi ama la falce e il martello, pratica il contrario delle persone non ideologizzate. Per far credere all’opinione pubblica di essere la maggioranza della popolazione, i “trinariciuti” (nomignolo affibbiato ai “sinistri” da Giovanni Guareschi ) si mascherano sotto le più “divertite” fogge. Che si vestano da black block, da pacifisti, da studenti, da universitari, da disoccupati, da precari, da extracomunitari, da cittadini contrari al nucleare o all’alta velocità, sono sempre loro: gli adoratori di Marx , di Lenin, di Pol Pot e di Castro. Riconoscerli è facile: ovunque siano presenti, volano insulti e violenze. Qualunque attento osservatore della realtà si sarà chiesto: ma perché questi signori per far valere i loro diritti non riescono a fare a meno di muovere le mani? E ancora: perché l’ideologia in cui credono non è riuscita dare loro pace e serenità? Risposta ovvia: il paradiso materialistico promesso loro da un’ideologia il cui unico epilogo sono stati cento milioni di morti, non è riuscito a saziare la sete d’infinito che tutti gli esseri umani racchiudono in se. Volontariamente “orfani” delle risposte ultime che solo le religioni possono dare, nulla di strano se per colmare afflizioni e crucci interiori, gli orfani del Padre, menino le mani per sentirsi vivi e meno soli.


Gianni Toffali

lunedì 1 agosto 2011

ENNESIME BUFALE ANTICATTOLICHE

All’indomani della strage di Oslo, non pochi commentatori, tra cui Michele Serra su La Repubblica, hanno deliberatamente fatto passare il messaggio che l’attentatore fosse cristiano ed addirittura cattolico. Tesi davvero ridicola dal momento in cui lo stesso omicida ha ammesso di essere massone e di simpatizzare per gli ebrei. Ma non solo. Gli investigatori, setacciando i siti web dove Anders Breivik postava i deliranti messaggi, hanno scoperto che i suoi interlocutori preferiti erano satanisti ed atei. Nei suoi post è saltato fuori che tra i nemici dichiarati, oltre ai comunisti e agli islamici, figuravano anche il papa e il PDL. Eppure, è bastato che il folle si dichiarasse “cristiano culturale” per dare la stura ai professionisti dello sciacallaggio anticattolico. Profittatori a parte, con l’espressione “cristiano culturale”, Breivik ha espresso il medesimo concetto di “cattolico adulto” coniato da Romano Prodi, qualche anno addietro. Entrambi, seppur con diverse locuzioni, hanno voluto sottolineare l’aspetto che ci si può dirsi cattolici o cristiani a prescindere dalla piena adesione dottrinale a questa o a quella confessione. In parole semplici, Breivik ha voluto far credere che si riesce ad essere bravi cristiani anche nutrendosi di elementi non cristiani, mentre l’ex capo della sinistra italiana ha voluto far passare l’idea che si riesce ad essere bravi cattolici anche appoggiando partiti politici lontani anni luce dal magistero della chiesa. I risultati dei cristiani cattolici fai da te, nell’uno o nell’altro caso si sono visti eccome. In Norvegia, un pazzo ha ammazzato decine di innocenti, in Italia, i cattolici adulti, sono finiti con l’accucciarsi ai diktat delle laicissime segreterie dei partiti da sempre favorevoli all’aborto, all’eutanasia e ai “diritti” gay. Il primo dei sette vizi capitali è la superbia. Quando l’uomo decide di fare di testa sua e prescinde dalle autorità umane e divine, “naturale” che la superbia umana generi mostri,morte ed immoralità.