venerdì 23 marzo 2012

LA SINISTRA AMA LE MANETTA E LA GOGNA

La camera ha negato l’arresto di Cosentino. A fronte di una richiesta di arresto priva di riscontri oggettivi, a fare scandalo non è stata la sinistra che come da “buona” tradizione marxista, ama il tintinnio delle manette più della libertà, ma il voto favorevole all’arresto di Maroni e le dichiarazioni pro galera del sindaco veronese Tosi. Come hanno coraggiosamente fatto notare i radicali e alcuni esponenti della Lega vicino a Bossi, dagli atti processuali a carico di Cosentino, sono emerse unicamente folate di fumus persecutionis esalato dai soliti magistrati rossi ed ideologizzati. Nulla di strano sotto il sole, la sinistra ha pedissequamente ripetuto il sempiterno cliché di sempre: laddove non riesce la politica, “sopperisce” la toga, ovviamente amica. Fanno specie invece le parole di Maroni e Tosi che, per ambizioni individuali, per spodestare il trono a Bossi, per prendere in mano le redini della Lega e per rompere l’alleanza con Berlusconi, si sono prodigati per mandare in galera un loro alleato. Se è vero che il potere logora chi del tutto non ce l’ha, è altrettanto vero che troppe luci mediatiche, logorano la pietà umana e amplificano boria e orgoglio.

SODOMITI GAY TRANSGENDER

La settima scorsa alcuni media hanno riportato la notizia che il bambino transgender più giovane del mondo non sarebbe stato accolto in un gruppo scout americano. A far piangere, non è tanto la notizia in se, ma l’uso sconsiderato del termine transgender. Il transgender è colui che per convinzioni ideologiche e culturali decide di essere o diventare né maschio, né femmina. Qualsiasi dizionario precisa infatti che “il transgenderismo è da considerarsi come un movimento politico/culturale che propone una visione dei sessi e dei generi fluida e che rivendica il diritto di ogni persona di situarsi in qualsiasi posizione intermedia fra gli estremi stereotipati maschio/femmina”. Diversamente dall’omosessualità e dal transessualismo, dove la scelta di cambiare sesso è dettata o “suggerita” da impulsi e tendenze sessuali interiori, il transengenderismo è una scelta ideologica che solo una persona adulta è in grado di fare. Affermare quindi che un bambino possa essere o nascere transgender è un’emerita idiozia. Idiozia solo parzialmente imputabile all’ignoranza di certuni giornalisti in cerca della notizia scoop. Il “merito”, o meglio, la strumentalizzazione di un minorenne la cui unica “colpa” (il bambino in questione vorrebbe semplicemente indossare abiti femminili) è il non aver sviluppato una chiara identità maschile (problematica facilmente “guaribile” con l’ausilio dei genitori e di un psichiatra), è ascrivibile unicamente ai “promotori” della cosiddetta ideologia di genere, vale a dire a quella folta schiera di sovvertitori laicisti che in nome del relativismo etico e morale, vorrebbero distruggere l’ordine morale naturale ordinato da Dio. Entrando nel dettaglio, per la tradizione filosofica e linguistica che ha il suo referente nelle Scritture Bibliche, la persona è “maschio” o “femmina”. La connotazione anatomica e biologica del sesso assegna a ciascuno una specifica identità, l’identità sessuale appunto. Per l’ideologia di genere, invece, la persona non è “maschio” o “femmina”, bensì è ciò che diventa secondo le multiformi scelte nel corso della vita. La persona assume così indifferentemente varie “identità di genere”, a seconda della sua libera scelta. In questo senso anche l’ideologia omosessuale viene addirittura superata. La persona non è mai definita sul piano sessuale, ma è in uno stato mutevole di “generi” che essa stessa si può dare. Nell’ideologia di genere affiora una specie di odio verso il sesso come connotazione biologica che prescinde dalla scelta personale, esso è visto come qualcosa che condiziona ingiustamente la libera esperienza di vita di ciascuno e quindi come un limite insopportabile alla libertà. L’ideologia di genere, in definitiva, ha come obiettivo il sovvertimento della realtà sessuale. Se nella Genesi è scritto: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò (Genesi 1,27), Gesù riprende lo stesso tema, dicendo: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina?” (Matteo 19,4), l’ideologia di genere proclama che non vi è in natura né “maschio” né “femmina”, ma tanti generi quanti ciascuno si voglia liberamente dare. Quando si toglie Dio dall’orizzonte umano, la ragione eclissa, e la depravazione trionfa sovrana.

L'IPOCRISIA DEL COMUNISTA NAPOLITANO

Nella giornata della memoria il presidente Napolitano ha messo in guardia contro “ i rigurgiti di negazionismo, antisemitismo e di intolleranza – e ammonito – contro ogni ricaduta nel nazionalismo, nella ricerca del nemico e nel rifiuto del diverso”. Da comunista mai pentito, Napolitano ha approfittato della shoah per “promuovere” la sua area d’appartenenza e per screditare Lega e PDL. Peccato che le generiche accuse mosse nei confronti del centro destra siano messe in atto dalla sua parte politica. E’ o non è negazionismo, negare come fanno i nipotini di Marx, che il comunismo abbia sterminato cento milioni di esseri umani? E’ o non è antisemitismo e intolleranza, come fanno i pacifisti, e i troppi “Arrigoni”, odiare gli israeliani e amare al contempo i terroristi palestinesi? E’ o non è nazionalismo, come fanno gli adoratori della Costituzione e dello Stato Italiano, impedire che i leghisti coltivino il federalismo? E’ o non è ricerca del nemico, chi uccide, come fanno gli abortisti, chi è ancora nel grembo della madre? E’ o non è rifiuto del “diverso”, discriminare, come fanno gli omosessuali, chi ritiene che l’amore tra un uomo ed una donna sia superiore al contatto sterile tra due persone dello stesso sesso? I “sinistri” hanno moltitudini di scheletri negli armadi. Prima di atteggiarsi a moralizzatori, meglio facciano pulizia in casa propria.

ATEI A RISCHIO SUICIDIO

Anche Whitney Houston se n’è andata. La strage prodotta volenti o nolenti dal cosiddetto star system, non sembra avere crisi. Poco prima di lei erano passati a migliore vita (ammesso che nell’aldilà Dio abbia avuto pietà della loro anima ) Amy Winehouse e Michael Jackson. Se si dovesse stilare un elenco degli artisti estinti in virtù del classico stile di vita di una star, non basterebbe un libro. Luigi Tenco, Mia Martini, Kurt Cobain, Jim Morrison, Elvis Presley, Sid Vicious, Brian Jones, Andy Gibb, Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Freddie Mercury, Stevie Ray Vaughan, e George Harrison, sono solo i più noti. Morti per droga, alcol o suicidio, gli uomini di spettacolo “finiti tragicamente”, costituiscono la prova vivente che la notorietà, la ricchezza, il potere e il successo non riescono a saziare la sete di verità, amore e infinito che alberga nell’anima degli esseri umani. Verità, amore e infinito che non possono essere raggiunti soddisfacendo il portafoglio e il basso ventre, ma curando il rapporto con il trascendente. Ecco il motivo per cui le statistiche hanno appurato che la categoria più colpita dal male di vivere, oltre ai succitati artisti, è quella degli atei e degli agnostici. Se si continuerà a pensare come fanno gli illusi ebbri di materialità e carnalità, vale a dire che la spazzatura offerta dal mondo possa dare un senso all’esistenza umana, prepariamoci ad una società di depressi e aspiranti suicidi.

CELENTANO E MEDIA CATTOLICI IGNORANTI

Assodato che non poche riviste cattoliche (o presunte tali) non vengono distribuite nelle chiese a motivo del fatto che molti sacerdoti si rifiutano di distribuire ai fedeli giornali che come ha detto Celentano fanno molta politica e zero teologia, l’argomento più gettonato andato in onda nei giorni scorsi sui media italiani aveva per argomento i novissimi. I novissimi spiega la teologia cattolica sono le cose ultime che riguardano la morte, il giudizio, l’inferno, il paradiso e il purgatorio. Nella scorsa settimana per una singolare coincidenza, ben tre personaggi hanno parlato di quello che spetta agli esseri umani dopo la morte. Celentano ha detto che Famiglia Cristiana e Avvenire non parlano mai di paradiso; la vincitrice del Festival Emma Marrone ha vinto con la canzone “Non è l’inferno” e infine al Chiambretti Sunday Show il tradizionalista veronese Maurizio Ruggero, citando San Paolo, ha ricordato all’ex prete scomunicato Franco Barbero che i sodomiti e gli effeminati non entreranno nel regno dei cieli, bensì all’inferno. Nonostante il “novello” Savonarola scaligero abbia ricordato una banale verità delle Sacre Scritture e del Magistero, vale a dire che l’inferno c’è ed esiste, poco è mancato che il pubblico aizzato da Platinette lo lapidasse in diretta. Ma l’ignoranza circa la sottovalutazione dell’inferno non concerne unicamente i “don Celentano” o pochi laici “superbi” che ne vorrebbero sapere più della Chiesa Madre e Maestra, ma anche una consistente fetta (se non maggioritaria) di clero che ha scambiato l’istituzione fondata da Cristo per una sorta di crocerossina laica finalizzata alla realizzazione della pace e della giustizia sociale. In realtà, la Chiesa Cattolica è stata eretta da Gesù Cristo e affidata a Pietro e a suoi successori, esclusivamente per la salvezza delle anime. Parlare, come fanno laici e preti solo di paradiso e mai di inferno e purgatorio, equivale a illudere i peccatori che le loro colpe non saranno punite. La conseguenza di tale dottrina parallela è di mandare i mancati “penitenti tra le fiamme eterne. Predicatori da strapazzo e preti buonisti si devono convincere che Dio è si babbo, ma non babbeo.

MANIFESTANTI NO TAV? MALATI DA CURARE

Il ministro dell’interno Annamaria Cancellieri e i dirigenti delle forze dell’ordine insistono nel liquidare i manifestanti No Tav come dei facinorosi contrari al progresso da tenere sotto controllo mediante cordoni di agenti o se necessario con l’esercito. La domanda che ci si deve porre è: ma i disagi esistenziali possono essere curati con l’uso della forza? E’ invero ingenuo pensare che chi vuole bloccare delle opere pubbliche democraticamente approvate da tutte le forze politiche italiane sia mosso prettamente da istanze politiche o ecologiche. Le scaturigini della violenza dei No Tav vanno dunque ricercate altrove, precisamente nella psicopatologia. Dopo il crollo del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica i nipotini di Marx hanno visto infranti sogni ed ideali. L’effetto dirompente di tale implosione ha generato migliaia di frustrati e depressi. Con la caduta del governo Berlusconi il quadro clinico dei “pazienti” si è ulteriormente aggravato. Nella mancanza di un bersaglio facile o di un governo politico da colpire, gli angosciati hanno tentato l’auto guarigione edificando un nuovo totem da adorare. La psichiatria e la psicologia spiegano che i degenti gravi pur di scrollarsi di dosso il dolore che li affligge, sono disposti a qualsiasi follia. Ecco dunque spiegata la facilità del passaggio dalla falce e martello al binario Torino Lione. Come dice: meglio che niente! E’ alla luce di tale quadro clinico che si può spiegare l’irresponsabile gesto auto lesionista di Luca Abbà, il giovane leader anarchico che per far desistere le ruspe cattive ha volontariamente toccato un cavo dell’alta tensione. Quando ci si appiglia a ideali sbagliati, ridicoli e patetici, le conseguenze sono tragicomiche. Il progetto dell’alta velocità potrà essere ultimato senza ulteriori scontri fisici soltanto se le forze dell’ordine saranno affiancate da schiere di specialisti della mente. I manganelli fanno bene, ma un buon psichiatra molto più.

LA BUFALA DEL 8 MARZO

Le donne italiane hanno da poco celebrato l’8 marzo. Una festa, praticamente inesistente. La mitologia femminista ha tramandato per decenni il racconto che la data dell’8 marzo fu scelta alla seconda Conferenza internazionale di donne socialiste a Copenhagen, nel 1910, per commemorare la carneficina di oltre cento operaie di una camiceria di New York, intrappolate in un incendio appiccato dal padrone della fabbrica per vendicarsi di uno sciopero. Qualche anno fa si scoprì che, l’incendio non era riconducibile né a scioperi, né a serrate, che fece vittime anche fra gli uomini, e che soprattutto avvenne nel 1911, cioè un anno dopo Copenhagen. In realtà, l’istituzione dell’8 marzo come Festa della donna risale alla III Internazionale comunista, svoltasi a Mosca nel 1921, dove fu lanciata da Lenin come “Festa internazionale delle operaie”, in onore della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo. Una festa comunista dunque, che di femminile ha solo l’uscita serale tra amiche in localini chic e night club. Al contrario delle donne che hanno festeggiato senza cognizione di causa (leggasi anche senza sapere quel che fanno), l’unico ad avere colto la valenza ideologica della festa della donna, è stato il presidente Napolitano. Da vero comunista con la fissa del lavoro, ha auspicato che il sistema Italia ampli l’estensione degli asili nidi e dei servizi all’infanzia affinché le donne siano più libere di lavorare. Invece di prendere atto che l’entrata della donna nel mondo del lavoro ha snaturato e destrutturato la famiglia italiana, Napolitano ha gettato le basi per un’ulteriore escalation di crisi famigliari. L’adoratore del Totem lavoro dovrebbe ricordarsi che sin dagli albori dell'umanità le donne hanno da sempre svolto ruoli che ruotavano prevalentemente all'interno delle mura domestiche. I risultati erano entusiasti: stabilità famigliare, figli rettamente allevati ed educati, aborti e divorzi zero. Poi arrivò il sessantotto e la festa della donna. Anarchici, rivoluzionari, figli dei fiori, libertini, comunisti, pagani, abortisti, divorzisti e femministe, insinuarono che la donna poteva realizzarsi maggiormente uscendo di casa. Gli effetti furono catastrofici: instabilità famigliare, figli allo sbando, aborti, divorzi e corna decuplicati. Fatti che nessuno può negare! Il governo Monti invece di perdere tempo a parlare di pari opportunità, di diritti delle donne, di quote rosa e baggianate analoghe, dovrebbe piuttosto impegnarsi a varare politiche famigliari che permettano alla donna di fare la madre e la moglie (una femmina stanca e stressata non è in grado di fare le fusa al marito) a tempo pieno senza costringerla ad uscire di casa. Le donne che scimmiottano i maschi nella carriera professionale o politica, non solo tradiscono il dono della femminilità, ma contribuiscono in maniera determinante all’impoverimento e alla denatalità del paese Italia. Meno festeggiamenti e mimose, e più figli! Le vere donne, mogli e madri, sono questo

L'ODIO DELL'ISLAM PER LE DONNE

Nei giorni scorsi la magistratura militare egiziana ha assolto un medico militare accusato di aver costretto un gruppo di manifestanti donne a sottoporsi a "test di verginità". Il processo era nato dalla denuncia di Samira Ibrahim, 25 anni, una delle manifestanti che subì il "test di verginità" nel marzo 2011. Hassina Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International ha asserito che "ancora una volta, i militari egiziani hanno voltato le spalle alle donne che, come Samira Ibrahim, hanno mostrato un enorme coraggio sfidando le istituzioni militari del paese”. Nel resto del mondo, migliaia di associazioni femministe laiche hanno condannato l’assoluzione bollandola come sentenza maschilista. Ma come, metà pianeta aveva plaudito alle cosiddette primavere islamiche, e adesso che l’Egitto, il primo dei paesi “liberati” ha emesso una sentenza che la maggioranza della popolazione maschile musulmana condivide, si grida allo scandalo? La vergogna, non concerne l’assoluzione di un medico che ha soltanto verificato le virtù morali delle insubordinate, ma l’assenza di rispetto manifestato dalle donne occidentali verso una cultura che considera le femmine soggetti da sottomettere. Se è vero che come dicono i pontieri delle culture e i promotori del dialogo interreligioso, il melting pot delle genti arricchisce reciprocamente, perché non imparare dai maschi adoratori della mezza luna come si addomesticano le femmine affette da pruriti libertini occidentali? Dopotutto, non si dice forse che nessuna civiltà è superiore ad un’altra?

GUARIRE DALL'OMOSESSUALITA' E' POSSIBILE

Dando per scontato che l’essere gay è una condizione naturale, nei giorni scorsi il Parlamento Europeo e la Suprema Corte di Cassazione hanno approvato due risoluzioni atte ad assicurare maggiori diritti ai “diversamente orientati”. Nonostante l’assiomatica certezza scientifica che due persone dello stesso sesso non generano vita, bensì, come hanno ampiamente dimostrato le conseguenze degli atti sodomitici, morte per Aids e malattie veneree, le istituzioni pubbliche, e assieme a loro la stragrande maggioranza dei media italiani, censurano sistematicamente le testimonianze degli omosessuali guariti. I sovvertitori dell’ordine naturale occultano all’opinione pubblica una realtà pressoché sconosciuta alle grandi masse, vale a dire quell’esercito di psicologici e psichiatri che silenziosamente hanno guarito e stanno guarendo migliaia di persone affette da presunta omosessualità. Se i professionisti della psiche umana e gli stessi ex “pazienti” avessero il coraggio di uscire alle scoperto e di asserire pubblicamente che l’omosessualità non è un problema sessuale, ma di identità perduta, moltitudini di "disorientati", potranno finalmente tornare a vivere secondo le regole della natura.

ISLAM? NO GRAZIE!

Il killer di Tolosa, Mohamed Merah, e' morto per un colpo alla testa nel corso del blitz delle teste di cuoio. Meritata fine che dovrebbe immediatamente riaprire un dibattito pubblico sulla pena di morte, abolita con troppa leggerezza nei paesi europei. Chi ammazza il prossimo per futili motivi, non merita pietà né compassione. Nonostante le solite fonti ideologizzate e in mala fede avevano inizialmente ipotizzato una matrice neo nazista, si è poi scoperto che i crimini erano stati perpetrati da un islamico di terza generazione nato in Francia. Intervistato da Radio 24, Cristiano Magdi Allam ha asserito che Merah ha tolto la vita a sette persone perché semplicemente suggerito dal Corano e dall’esempio della vita di Maometto. Per suffragare la veridicità delle sue analisi, vale a dire che i crimini e gli attentati perpetrati dagli islamici sulle vite degli infedeli, non sono compiuti per fanatismo, ma in ossequio alle prescrizioni islamiche, ha invitato gli ascoltatori a leggere attentamente il Corano. Nonostante la storia abbia appurato che i cristiani non hanno mai manifestato intolleranza e odio ai popoli confinanti e che per converso, gli islamici hanno ripetutamente tentato di conquistare e sottomettere gli infedeli con l’uso delle armi e della forza, c’è ancora qualche idealista fessacchiotto che ritiene la religione islamica non meno degna di rispetto della religione cristiana. Se l’occidente civilizzato, democratico e liberale non vuole soccombere sotto le picconate dell’espansionismo islamico, si adopri per edificare muri che impediscano ai nipotini di Allah di farci ammazzare tutti. I promotori del dialogo interreligioso sostengono che le differenze arricchiscono. Giustissimo! E allora, perché non imparare dai nostri fratelli maggiori ebrei come si edificano solidi muri contro chi ama la morte più della vita?