martedì 21 agosto 2012

DON BRUNO CESCON: PRETE MODERNISTA PEGGIO DI CASINI

“Occorrerebbe il coraggio avuto da Helmut Kohl per i democratici cristiani tedeschi. Pur rifacendosi ai valori del cristianesimo ha laicizzato il partito democristiano sulle questioni etiche non più condivise, diluendo alcune posizioni cattoliche e aprendo moderatamente ai diritti civili. Ma i cattolici italiani, la gerarchia stessa, sono disposti a percorrere la strada di una sia pur minima laicizzazione dell´ispirazione cristiana di un partito?” Parole e pensieri chiaramente in opposizione con la dottrina cattolica che non accetta compromessi e “diluizioni” sui cosiddetti valori non negoziabili. “Castroneria” (o eresia?) che se proferita da un “Carneade Casini” qualunque (vale a dire colui che a parole dice di essere cattolico, ma nei fatti veicola azioni politiche lontane anni luce dal magistero della chiesa) sarebbe stata liquidata come l’ennesima boutade da vecchia volpe democristiana a caccia di voti. Peccato che la “sparata” apparsa il 19 agosto su alcune testate nazionali, sia stata detta da don Bruno Cescon, docente di studi teologici e direttore di settimanali cattolici. E’ “normale” che un uomo di chiesa abbia l’ardire (seppur mascherato sotto le sembianze della domanda ingenua) di dettare il calendario alle gerarchie vaticane? E’ normale che un uomo di Dio auspichi che i laici e la stessa Chiesa svendano i valori cattolici in favore dei cosiddetti valori civili? E quali sarebbero i valori civili per il teologo Cescon? Il diritto all'Aborto, al divorzio, alla fecondazione artificiale, alla droga libera, e all'omosessualità? E pensare che pochi giorni prima il card Bagnasco aveva detto che “i cristiani com'è loro dovere, sono stati e continueranno ad essere lievito nella società con fiducia e spirito di servizio, consapevoli di aver ricevuto un giacimento inesauribile di visione e di valori religiosi, umani e culturali. La loro presenza non è codificata in formule specifiche, fatta salva la consapevolezza che sui principi di fondo non si può mercanteggiare, che i valori non sono tutti uguali ma esiste una gerarchia; che l'etica della vita e della famiglia non sono la conseguenza ma il fondamento della giustizia e della solidarietà sociale”. Prima di impartire lezioni ai laici cristiani, il presidente della Cei, non farebbe meglio ad insegnare i rudimenti della teologia a quei non pochi preti che amano mercanteggiare con i nemici della vita, della famiglia, della Verità e di Dio?
Gianni Toffali

mercoledì 15 agosto 2012

VASCO ROSSI PENSIERO (perverso pensiero)

Nonostante il vizietto per gli stupefacenti l’abbia ripetutamente portato a reiterati ricoveri, Vasco Rossi ha nuovamente decantato le magnifiche sorti e progressive della droga libera. Prova che la massima secondo la quale gli anziani sarebbero maestri di vita, non vale per tutti. Non pago di aver istigato i giovani per l’intero arco della sua attività artistica, allo sballo, alla vita spericolata, all’individualismo, al nichilismo e alla trasgressione, il Blasco ha pensato di dedicare la terza età, ai “diritti” dei tossicodipendenti. Dall’alto della sua esperienza (ovviamente non canora) ha tentato di spiegare a chi si occupa di far uscire i tossicodipendenti dal tunnel della droga, che "La legalizzazione non risolverebbe i problemi ma ridurrebbe i danni". Come dire: siccome i tossicodipendenti sono degli emeriti cretini incapaci di intendere e volere, meglio dar loro droga gratis, piuttosto che se la procurino facendo guai e violando la legge. Una logica razionale che nemmeno il più deficiente dei filosofi sarebbe in grado di formulare. Chi pensa che le “istruzioni per la morte” del “Blasco pensiero” rappresentino la panacea per debellare la piaga della droga, pensi, oltre ai milioni di deceduti (tra cui molte star della spettacolo), agli altrettanti milioni di zombi che quotidianamente provocano incidenti, cagionano disagi a se stessi e alle proprie famiglie e soprattutto pesano sul sistema sanitario nazionale. La droga uccide, e chiunque la promuova dovrebbe essere accusato di istigazione al suicidio e di crimini contro l’umanità.
Gianni Toffali