venerdì 28 dicembre 2012

INSULSA LAICITA'

Nell’ imminenza delle prossime elezioni presidenziali USA, tutti i candidati hanno asserito di credere in Dio e di ispirarsi ad esso. In Italia invece, mai è accaduto che un solo personaggio politico facesse pubblica ammissione di fede. Peggio: mentre i reggenti americani nei loro interventi non si vergognano di “ mischiare ” l’ Altissimo ” alle “ cose umane, i governanti italiani fanno a gara nel riempirsi la bocca della parola laicità. Peccato che il concetto di laicità, vale a dire la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, sia stato totalmente svuotato della sua concezione originaria confermata e voluta da Gesù stesso in persona. La declamata suprema laicità dello Stato non significa epurazione di ogni forma di religiosità simbolica o reale dal panorama pubblico ( proposito non palesemente dichiarato, ma fortemente auspicato dai laicisti, dai marxisti e dai continuatori della Rivoluzione Francese ), ma esattamente il suo contrario. Ovvero la valorizzazione di tutte le espressioni religiose di un Paese. Chi si vergogna a citare il creatore dell’universo, deve avere la consapevolezza che “ i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce ” ( Luca 16, 1 – 8 ). Scaltrezza e furbizia che si è tradotta nella deliberata manipolazione del principio di laicità dello stato in chiave anticattolica ed anticlericale. Come la storia ha ampiamente dimostrato, le “ cose umane laiche ” ed anche i cosiddetti valori civili ( in primis l’ aborto ) hanno partorito unicamente morte, miseria ed ingiustizia. L’ uomo non è un animale “ materiale ”, ma un essere corporale e spirituale che non si deve vergognare di impetrare grazie e benedizioni a chi l’ ha creato.
Gianni Toffali



IL VERO VOLTO DI MAOMETTO

Ogniqualvolta un regista, un giornalista o uno scrittore decide di narrare la vera vita di Maometto, puntuale come la morte arriva la reazione violenta dei musulmani. Non è chiaro perché i seguaci di Maometto, cioè coloro che in ossequio al Corano, mettono in pratica le usanze ( poligamia e uso della violenza contro gli infedeli ) del loro predecessore, neghino rabbiosamente ciò che il “ Libro ” e la storiografia hanno esaurientemente dimostrato. La totalità delle biografie conferma che: prese in sposa una bimba di sei anni ( Aisha ) con il benestare del padre di lei ( Abu Bakr ); sposò undici donne e “ frequentò ” un numero illimitato di concubine ”; fece razziare decine di carovane ( una per tutte quella di Badr nel 624 ) e ordinò l’ uccisione dei prigionieri; dopo la celebre battaglia del Fossato ( 627 dc ) fece sgozzare ( in sua presenza ) 700 ebrei della tribù medinese dei Banu Qurayza; s’ innamorò di Zaynab ( moglie del suo figlio adottivo Zayd ) e la obbligò a divorziare dal legittimo marito per averla in sposa per se; ed infine, causa eccessivi banchetti pantagruelici la sua massa gli impedì di prostrarsi ad Allah. Se il Profeta “ difettava ” in eccessi, ha senso prendersela con chi ha avuto il solito merito di far conoscere agli ” infedeli ” il dietro le quinte di Maometto? Dileggio della religione? Affatto! Perché escludere a priori che i delusi dal pacifista, frugale, monotono e affatto donnaiolo Gesù, possano essere attratti e ” convertiti ” dal vivace ed energico sciupafemmine Mohammed? Dopotutto, la ragione ultima del paradiso islamico, non si chiama forse donna, o meglio, 70 “ affettuose ” vergini date in premio agli adoratori della mezza Luna?
Gianni Toffali



BESTIALITA DELLA CURIA VERONESE

La Chiesa Cattolica viene sovente accusata di poca “ permeabilità ” alla cultura laica. Molti uomini di Chiesa, tra cui il Card Martini e il Cardinal Ravasi, hanno ipotizzato che l’ apertura al “ mondo ” avrebbe beneficiato in primis la stessa cattolicità. Dopo la “ Cattedra dei non credenti ” e il “ Cortile dei gentili ” ideati dai summenzionati alti prelati, anche Verona nel suo piccolo, ha voluto aprire alla gaia modernità. Alcuni sacerdoti veronesi, convinti che il “ profano ” avesse qualcosa da insegnare al sacro, hanno pensato di mettere in scena una “ misa flamenca ”. Detto, fatto! Domenica 7 ottobre, una Chiesa veronese ha celebrato la prima messa flamenca in Italia. Come nelle migliori prime assolute, la Chiesa di San Fermo Maggiore è stata presa dall’ assalto da un’ orda di curiosi. Centinaia di ammiratori si sono riversati attorno all’ altare per assistere nel bel mezzo della Santa Messa, alle performance di una formidabile ballerina di flamenco giunta apposta dalla Spagna. I soddisfattissimi neo liturgisti hanno spiegato ai media che “ l’ invito è di svincolarsi dall’ appiattimento che ha abbassato il livello delle celebrazioni comuni, e dare spazio al linguaggio del corpo ed anche a tradizioni diverse “. Parole sacrosante! In effetti, la presenza del linguaggio di un corpo femminile, ha elevato il livello della celebrazione e attratto coloro che la domenica non vanno a messa. Se la sperimentazione “ profana ” è dunque andata a buon fine ( unica nota stonata, agli occhi dei celebranti, la presenza di alcuni credenti che all’ esterno della Chiesa stavano recitando un rosario di riparazione ), non sarebbe cosa buona e giusta che gli attuatori dell’ inculturazione della fede tenessero conto dei gusti della totalità dei fedeli curiosoni? Le analisi sociologiche hanno accertato che i giovani amano il genere freestyle, l’ età di mezzo la lap dance e gli anziani il tango. Si può forse mettere in dubbio che se le Messe fossero celebrate dalla gran sacerdotessa Cicciolina con un palo al posto dell’ altare, il riempimento delle Chiese non sarebbe assicurato? Dubbio: che i preti del terzo millennio vogliano riempire le chiese per adorare Gesù, o per saziare la loro fame di notorietà?
Gianni Toffali



PEDOFILI

Il suicidio del quindicenne che amava vestirsi e laccarsi le unghie di rosa, ha scatenato l’ isteria collettiva.

I promotori della pedofilia e dell’ omosessualità ( i dati statistici indicano che i pedofili sono prevalentemente uomini e le loro prede bambini maschi ), oltre a prendersela con i compagni di classe del ragazzo, hanno versato fiumi di fango sui cosiddetti “ omofobi “, vale a dire coloro che preferiscono il richiamo della natura, alle ” novità “ della modernità . Invece di ricordare ai genitori con figli affetti da identità sessuale “ disturbata “ che le problematiche psicologiche degli adolescenti si risolveranno con l’ arrivo della maturità, o al massimo con l’ ausilio di qualche specialista, le lobby pedofile e omosessuali ( il cui fine ultimo giova ricordarlo, è la perversione e la gayzzazione della società ) si sono fatte in quattro per diffondere la convinzione che le sofferenze e i suicidi degli omosessuali sono imputabili ai sensi di colpa inoculati loro dagli eterosessuali e dalla morale cattolica. Niente di più falso! I fatti e la storia, e non le ideologie postmoderne veicolate da chi ama riempirsi la bocca di concetti astratti come democrazia, libertà ed autodeterminazione, dicono che la vera felicità ( non quella fittizia scaturita da un attimo di brivido contro natura ) si raggiunge unicamente dall’ “ unione “ sponsale di un uomo con una donna. Atto che diviene sublime, quando aperto alla vita. Attestare, come dicono i propagatori dell’ ideologia di genere, vale a dire quel sistema di pensiero che ritiene che il sesso non sia determinato al momento della nascita, bensì dettato da percorsi culturali individuali, è simile a prendere a calci la ragione e la stessa legge morale naturale inscritta nel dna degli esseri umani. Se la propaganda ” omosessualità “che sta inondando e infettando i media di mezzo mondo ( fortunatamente tranne quello islamico ) dovesse prendere piede, aspettiamoci un futuro abitato, anzi, poco abitato ( due organi dello stesso sesso non generano vita ) da tristi e infelici.
Gianni Toffali



IL DIAVOLO C'E'. NON CREDERCI E' DA FESSI.

Nonostante, circa la metà dei preti non creda all’ esistenza dell’ inferno e del diavolo, la curia di Milano ha deciso di attivare un centralino e di raddoppiare gli esorcisti.




Il dato paradossale è che l’ incremento di soggetti vessati o tediati dal demonio va di pari passo con il tasso di scristianizzazione della società italiana. Come hanno abbondantemente evidenziato molteplici ricerche statistiche, gli italiani credono sempre meno a Dio e sempre più alla favole. In altri termini, preferiscono l’ irrazionalità, dell’ ateismo, dell’ universo fatto da se, delle ideologie umane, della magia, degli oroscopi, della cartomanzia, delle scienze occulte, all’ intelligenza di Dio. Fatto salvo che la ragione non è per tutti e che non si può chiedere più di quel che si ha, l’ unico dato inequivocabile è che a ricorrere agli esorcisti siano i lontani da Dio. Liquidare il “ disturbato ” ( come vorrebbe fare certuna psichiatria atea ) con la sola categoria della psicopatologia, è una sciocchezza il cui unico a pagare sarà il posseduto. Neppure d’ innanzi all’ evidenza che in Italia le sette sataniche sono in continua espansione, si vuole prendere atto che il demonio non è un’ invenzione della Chiesa, o una metafora del male, ma presenza reale, antagonista a Dio. Se molte persone sono costrette a ricorrere all’esorcista, una parte di responsabilità è imputabile al silenzio di non pochi preti che invece di ricordare alla pecorelle ( che senza parole chiare da parte del pastore diventano smarrite ) che la principale causa di ingresso del demonio nel corpo e nella psiche degli esseri umani sono le sedute spiritiche, i maghi e i ( pseudo ) guaritori, si limitano a proferire emerite fesserie negazioniste. ” La più grande astuzia del maligno è quella di farci credere di non esistere ” preconizzò Baudelaire. La certezza, nonostante l’ordinazione di un pugno di esorcisti, è che il ” lasciapassare ” dell’incredulità dell’ uomo moderno, farà sghignazzare il principe delle tenebre, ” co regista ” occulto del pianeta terra, assieme alla libertà umana.
Gianni Toffali



DIVERSAMENTE ORIENTATI? I "PRATICANTI" FINIRANNO ALL'INFERNO

“ La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. Quando questi principi vengono negati o mal compresi si realizza un’ offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace ”. Concetto espresso nei giorni scorsi da papa Benedetto XVI. D’ innanzi ad asserzioni tanto ovvie quanto razionalmente inoppugnabili, il cattolico praticante Nichi Vendola ha dichiarato che “ L’ omofobia è una fabbrica di intolleranza e di violenza. Perché far finta di nulla? Perché chiudersi a riccio nella difesa dei propri dogmi? Non siamo chiamati a costruire quella convivialità delle differenze che ci educa alla pace e alla libertà? Vorrei chiedere alla Chiesa Cattolica – ha proseguito il leader di SEL – perché questa fuga dal dialogo, dall’ ascolto, dal confronto? In fondo anche gli inquilini del Sacro Soglio più volte hanno sbagliato nel corso della storia. Mi permetto – ha concluso il neo alleato di Bersani – di citare il verso di una preghiera: Signore salvami dall’ imperizia di chi salva i principi e uccide le persone ”. In parole semplici, l’ icona dell’ omosessualità “ buona e giusta ” sdoganata in certa parte di chiesa progressista, ha tacciato papa Ratzinger di omofobia. Nichi Vendola, i cattolici e i preti che la pensano come lui, dovrebbero sapere ( in realtà lo sanno ma fingono di non saperlo ) che la condanna dell’ omosessualità non è saltata fuori dalle ubbie di qualche papa di ristrette vedute, ma dagli ammonimenti espressi sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, nonché da moltissimi Santi e Padri della Chiesa. “ Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento “ disse San Paolo in Romani 1, 26/32. ” Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio ” proseguì l’ apostolo delle genti in Corinti 6,9/10. Le citazioni delle condanne dell’ omosessualità contenute nelle Sacre Scritture, potrebbero continuare all’ infinito. Chi pensa che le promesse delle fiamme per i sodomiti conclamati non siano politically correct e incompatibili con la convivialità delle differenze, perché invece di continuare prendersela con i fedeli successori di Pietro, rinnega Gesù Cristo e le leggi divine ed esce dalla cattolicità? Continuare a scambiare la Chiesa Cattolica Apostolica Romana per la Chiesa diversamente orientata di Sodoma e Gomorra, è un atto di superbia ( il primo dei sette vizi capitali ) che potrebbe “ costare ” l’ aldilà.
Gianni Toffali



BERLUSCONI E L'INVIDIA (dei sinistri suoi nemici)

All’indomani dell’aggressione subita in piazza Duomo a Milano, l’entourage di Silvio Berlusconi pubblicò il libro “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”: sintesi dei messaggi di sostegno pervenuti dai suoi elettori. Nella prefazione Berlusconi scrisse: “nei giorni della mia convalescenza, mi sono ancora più persuaso che davvero l’amore vince su tutto, non solo sull’odio che rende violente contro l’avversario politico le menti più fragili”. Parole che evidenziano l’animo ottimista e affettuoso del personaggio. Ebbene, se il più amato-odiato dagli italiani si fosse dato meno al bel mondo e più alla ricerca dell’essere, avrebbe scoperto che i sentimenti dell’odio e dell’invidia albergano nella quasi totalità degli esseri umani. I detrattori di Silvio, vale a dire coloro che lo ritengono la causa prima delle catastrofi finanziarie e atmosferiche del pianeta terra, non hanno iniziato ad odiarlo per le sue idee politiche, bensì muovendo da banali premesse del tipo: perché lui è stato il più votato dagli italiani ed io no?; perché lui è un imprenditore di successo ed io no?; perché lui è diventato il presidente del consiglio ed io no?; perché lui è molto amato della donne ed io no?; in parole semplici: perché lui si e io no? Interrogativi che nei mediocri si traducono inesorabilmente in invidia ed odio. Le scienze umane spiegano che l’invidia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non nasce da afflati di uguaglianza e giustizia verso gli ultimi e gli indigenti, ma da quell’inconfessato desiderio di depredare il prossimo (vedi comunismo) che Nietzsche definiva prosaicamente Umano, troppo umano. L’invidia, precisa inoltre la morale cattolica, è un vizio capitale che non dipende da cause esterne, ma dalla malvagità del cuore dell’uomo e laddove l’uomo pone il suo tesoro. Gesù lo disse ai suoi discepoli: “Dal cuore provengono propositi malvagi, omicidi, adulteri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie.” (Mt15,19). La teologia evidenzia che chi pone al centro di tutto il proprio “io” è spinto alla tristezza per il bene degli altri. San Tommaso, qualificò l’invidia come “la tristezza dei beni altrui” (II-II, q.36, a.1) e rilevò che mentre è logico che la tristezza sorga per il male proprio, con l’invidia accade il contrario: il bene altrui è creduto un male proprio perché si pensa possa sminuire “la propria gloria o la propria eccellenza”. Berlusconi stia dunque sereno: l’odio e l’invidia che gli piovono addosso, sono umani, troppo umani.




Gianni Toffali

BASTA IPOCRISIE, DON CORSI E PONTIFEXROMA HANNO RAGIONE.

In Italia, se un prete in odor di eresia (categoria assai copiosa tra le mura vaticane) dalle ampie vedute mondane mette in bocca a Gesù Cristo espressioni del tipo “ero gay e non avete riconosciuto il mio amore per il mio simile; ero malato cronico o terminale e non mi avete regalato la morte; ero gravida in un momento sbagliato e non mi avete permesso di abortire; mi sono sposata con l’uomo sbagliato e non mi avete concesso di risposarmi; ero sterile e non mi avete autorizzato a riprodurmi in vitro", gli applausi e consensi sono assicurati. Eppure, nonostante le succitate blasfeme espressioni vengano quotidianamente proferite da non pochi pulpiti, non si ha notizia di vescovi che abbiano ripreso i loro infedeli ministri.




Un esempio per tutti: don Gallo. Prete dichiaratamente comunista che in ogni luogo e circostanza si dichiara a favore dell’aborto e dell’omosessualità. Di don Gallo meno celebri, la chiesa cattolica ne è zeppa, eppure nessuna condanna è mai piovuta sulle loro "bestemmie". Al contrario, se un prete ribadisce concetti ovvi e banali come ad esempio che una donna discinta può scatenare l’istinto maschile, apriti cielo: gli piovono addosso le ire di mezza Italia e il suo vescovo minaccia di scomunicarlo.



Detto fatto! Don Piero Corsi, il prete che ha affisso nella bacheca della sua parrocchia un articolo edito dal sito Cattolico Pontifex.it trattante una disamina parziale delle ragioni della violenza sulle donne, è stato accusato da taluni media abituati a sguazzare nel torbido e nella menzogna, di giustificare e comprendere i soprusi maschili. In realtà, l’articolo di Pontifex e le successive dichiarazioni di don Piero non ha fatto altro che ribadire quel che dice il magistero della Chiesa riguardo al pudore delle donne.



Pudore che, per certa fetta di società laica e di chiesa rotta alla modernità, suona come termine scandaloso, medievale e blasfemo. Assodato che i crimini perpetrata dai maschi sulle donne, vanno duramente condannati e mai giustificati, non si può negare che talune donne abbiano facoltà più d’altre, di sedurre e titillare i peggiori istinti maschili. E giacché, come ci viene insegnato a scuola, l’uomo è poco più che un animale intelligente senz’anima, appare del tutto “naturale” che le sovreccitazioni ormonali generino atti incontrollati. I documentari che vediamo in Tv dedicati agli animali, dimostrano questo. Curiosità: perché i garantisti del multiculturalismo, vale a dire coloro che amano i “vizi” e le “virtù” del prossimo più della democrazia e della libertà in cui dicono di credere, non spendono una sola parola di condanna verso l’islam che “ama” le donne nella misura in cui le sottomette? Sono più gravi i richiami al pudore di don Piero o le infibulazioni, le bastonate, le umiliazioni, i kefiah e burka fatti forzatamente cingere alle "castigate" donne islamiche?

Gianni Toffali