La camera ha negato l’arresto di Cosentino. A fronte di una richiesta di arresto priva di riscontri oggettivi, a fare scandalo non è stata la sinistra che come da “buona” tradizione marxista, ama il tintinnio delle manette più della libertà, ma il voto favorevole all’arresto di Maroni e le dichiarazioni pro galera del sindaco veronese Tosi. Come hanno coraggiosamente fatto notare i radicali e alcuni esponenti della Lega vicino a Bossi, dagli atti processuali a carico di Cosentino, sono emerse unicamente folate di fumus persecutionis esalato dai soliti magistrati rossi ed ideologizzati. Nulla di strano sotto il sole, la sinistra ha pedissequamente ripetuto il sempiterno cliché di sempre: laddove non riesce la politica, “sopperisce” la toga, ovviamente amica. Fanno specie invece le parole di Maroni e Tosi che, per ambizioni individuali, per spodestare il trono a Bossi, per prendere in mano le redini della Lega e per rompere l’alleanza con Berlusconi, si sono prodigati per mandare in galera un loro alleato. Se è vero che il potere logora chi del tutto non ce l’ha, è altrettanto vero che troppe luci mediatiche, logorano la pietà umana e amplificano boria e orgoglio.
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