venerdì 28 dicembre 2012

INSULSA LAICITA'

Nell’ imminenza delle prossime elezioni presidenziali USA, tutti i candidati hanno asserito di credere in Dio e di ispirarsi ad esso. In Italia invece, mai è accaduto che un solo personaggio politico facesse pubblica ammissione di fede. Peggio: mentre i reggenti americani nei loro interventi non si vergognano di “ mischiare ” l’ Altissimo ” alle “ cose umane, i governanti italiani fanno a gara nel riempirsi la bocca della parola laicità. Peccato che il concetto di laicità, vale a dire la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, sia stato totalmente svuotato della sua concezione originaria confermata e voluta da Gesù stesso in persona. La declamata suprema laicità dello Stato non significa epurazione di ogni forma di religiosità simbolica o reale dal panorama pubblico ( proposito non palesemente dichiarato, ma fortemente auspicato dai laicisti, dai marxisti e dai continuatori della Rivoluzione Francese ), ma esattamente il suo contrario. Ovvero la valorizzazione di tutte le espressioni religiose di un Paese. Chi si vergogna a citare il creatore dell’universo, deve avere la consapevolezza che “ i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce ” ( Luca 16, 1 – 8 ). Scaltrezza e furbizia che si è tradotta nella deliberata manipolazione del principio di laicità dello stato in chiave anticattolica ed anticlericale. Come la storia ha ampiamente dimostrato, le “ cose umane laiche ” ed anche i cosiddetti valori civili ( in primis l’ aborto ) hanno partorito unicamente morte, miseria ed ingiustizia. L’ uomo non è un animale “ materiale ”, ma un essere corporale e spirituale che non si deve vergognare di impetrare grazie e benedizioni a chi l’ ha creato.
Gianni Toffali



IL VERO VOLTO DI MAOMETTO

Ogniqualvolta un regista, un giornalista o uno scrittore decide di narrare la vera vita di Maometto, puntuale come la morte arriva la reazione violenta dei musulmani. Non è chiaro perché i seguaci di Maometto, cioè coloro che in ossequio al Corano, mettono in pratica le usanze ( poligamia e uso della violenza contro gli infedeli ) del loro predecessore, neghino rabbiosamente ciò che il “ Libro ” e la storiografia hanno esaurientemente dimostrato. La totalità delle biografie conferma che: prese in sposa una bimba di sei anni ( Aisha ) con il benestare del padre di lei ( Abu Bakr ); sposò undici donne e “ frequentò ” un numero illimitato di concubine ”; fece razziare decine di carovane ( una per tutte quella di Badr nel 624 ) e ordinò l’ uccisione dei prigionieri; dopo la celebre battaglia del Fossato ( 627 dc ) fece sgozzare ( in sua presenza ) 700 ebrei della tribù medinese dei Banu Qurayza; s’ innamorò di Zaynab ( moglie del suo figlio adottivo Zayd ) e la obbligò a divorziare dal legittimo marito per averla in sposa per se; ed infine, causa eccessivi banchetti pantagruelici la sua massa gli impedì di prostrarsi ad Allah. Se il Profeta “ difettava ” in eccessi, ha senso prendersela con chi ha avuto il solito merito di far conoscere agli ” infedeli ” il dietro le quinte di Maometto? Dileggio della religione? Affatto! Perché escludere a priori che i delusi dal pacifista, frugale, monotono e affatto donnaiolo Gesù, possano essere attratti e ” convertiti ” dal vivace ed energico sciupafemmine Mohammed? Dopotutto, la ragione ultima del paradiso islamico, non si chiama forse donna, o meglio, 70 “ affettuose ” vergini date in premio agli adoratori della mezza Luna?
Gianni Toffali



BESTIALITA DELLA CURIA VERONESE

La Chiesa Cattolica viene sovente accusata di poca “ permeabilità ” alla cultura laica. Molti uomini di Chiesa, tra cui il Card Martini e il Cardinal Ravasi, hanno ipotizzato che l’ apertura al “ mondo ” avrebbe beneficiato in primis la stessa cattolicità. Dopo la “ Cattedra dei non credenti ” e il “ Cortile dei gentili ” ideati dai summenzionati alti prelati, anche Verona nel suo piccolo, ha voluto aprire alla gaia modernità. Alcuni sacerdoti veronesi, convinti che il “ profano ” avesse qualcosa da insegnare al sacro, hanno pensato di mettere in scena una “ misa flamenca ”. Detto, fatto! Domenica 7 ottobre, una Chiesa veronese ha celebrato la prima messa flamenca in Italia. Come nelle migliori prime assolute, la Chiesa di San Fermo Maggiore è stata presa dall’ assalto da un’ orda di curiosi. Centinaia di ammiratori si sono riversati attorno all’ altare per assistere nel bel mezzo della Santa Messa, alle performance di una formidabile ballerina di flamenco giunta apposta dalla Spagna. I soddisfattissimi neo liturgisti hanno spiegato ai media che “ l’ invito è di svincolarsi dall’ appiattimento che ha abbassato il livello delle celebrazioni comuni, e dare spazio al linguaggio del corpo ed anche a tradizioni diverse “. Parole sacrosante! In effetti, la presenza del linguaggio di un corpo femminile, ha elevato il livello della celebrazione e attratto coloro che la domenica non vanno a messa. Se la sperimentazione “ profana ” è dunque andata a buon fine ( unica nota stonata, agli occhi dei celebranti, la presenza di alcuni credenti che all’ esterno della Chiesa stavano recitando un rosario di riparazione ), non sarebbe cosa buona e giusta che gli attuatori dell’ inculturazione della fede tenessero conto dei gusti della totalità dei fedeli curiosoni? Le analisi sociologiche hanno accertato che i giovani amano il genere freestyle, l’ età di mezzo la lap dance e gli anziani il tango. Si può forse mettere in dubbio che se le Messe fossero celebrate dalla gran sacerdotessa Cicciolina con un palo al posto dell’ altare, il riempimento delle Chiese non sarebbe assicurato? Dubbio: che i preti del terzo millennio vogliano riempire le chiese per adorare Gesù, o per saziare la loro fame di notorietà?
Gianni Toffali



PEDOFILI

Il suicidio del quindicenne che amava vestirsi e laccarsi le unghie di rosa, ha scatenato l’ isteria collettiva.

I promotori della pedofilia e dell’ omosessualità ( i dati statistici indicano che i pedofili sono prevalentemente uomini e le loro prede bambini maschi ), oltre a prendersela con i compagni di classe del ragazzo, hanno versato fiumi di fango sui cosiddetti “ omofobi “, vale a dire coloro che preferiscono il richiamo della natura, alle ” novità “ della modernità . Invece di ricordare ai genitori con figli affetti da identità sessuale “ disturbata “ che le problematiche psicologiche degli adolescenti si risolveranno con l’ arrivo della maturità, o al massimo con l’ ausilio di qualche specialista, le lobby pedofile e omosessuali ( il cui fine ultimo giova ricordarlo, è la perversione e la gayzzazione della società ) si sono fatte in quattro per diffondere la convinzione che le sofferenze e i suicidi degli omosessuali sono imputabili ai sensi di colpa inoculati loro dagli eterosessuali e dalla morale cattolica. Niente di più falso! I fatti e la storia, e non le ideologie postmoderne veicolate da chi ama riempirsi la bocca di concetti astratti come democrazia, libertà ed autodeterminazione, dicono che la vera felicità ( non quella fittizia scaturita da un attimo di brivido contro natura ) si raggiunge unicamente dall’ “ unione “ sponsale di un uomo con una donna. Atto che diviene sublime, quando aperto alla vita. Attestare, come dicono i propagatori dell’ ideologia di genere, vale a dire quel sistema di pensiero che ritiene che il sesso non sia determinato al momento della nascita, bensì dettato da percorsi culturali individuali, è simile a prendere a calci la ragione e la stessa legge morale naturale inscritta nel dna degli esseri umani. Se la propaganda ” omosessualità “che sta inondando e infettando i media di mezzo mondo ( fortunatamente tranne quello islamico ) dovesse prendere piede, aspettiamoci un futuro abitato, anzi, poco abitato ( due organi dello stesso sesso non generano vita ) da tristi e infelici.
Gianni Toffali



IL DIAVOLO C'E'. NON CREDERCI E' DA FESSI.

Nonostante, circa la metà dei preti non creda all’ esistenza dell’ inferno e del diavolo, la curia di Milano ha deciso di attivare un centralino e di raddoppiare gli esorcisti.




Il dato paradossale è che l’ incremento di soggetti vessati o tediati dal demonio va di pari passo con il tasso di scristianizzazione della società italiana. Come hanno abbondantemente evidenziato molteplici ricerche statistiche, gli italiani credono sempre meno a Dio e sempre più alla favole. In altri termini, preferiscono l’ irrazionalità, dell’ ateismo, dell’ universo fatto da se, delle ideologie umane, della magia, degli oroscopi, della cartomanzia, delle scienze occulte, all’ intelligenza di Dio. Fatto salvo che la ragione non è per tutti e che non si può chiedere più di quel che si ha, l’ unico dato inequivocabile è che a ricorrere agli esorcisti siano i lontani da Dio. Liquidare il “ disturbato ” ( come vorrebbe fare certuna psichiatria atea ) con la sola categoria della psicopatologia, è una sciocchezza il cui unico a pagare sarà il posseduto. Neppure d’ innanzi all’ evidenza che in Italia le sette sataniche sono in continua espansione, si vuole prendere atto che il demonio non è un’ invenzione della Chiesa, o una metafora del male, ma presenza reale, antagonista a Dio. Se molte persone sono costrette a ricorrere all’esorcista, una parte di responsabilità è imputabile al silenzio di non pochi preti che invece di ricordare alla pecorelle ( che senza parole chiare da parte del pastore diventano smarrite ) che la principale causa di ingresso del demonio nel corpo e nella psiche degli esseri umani sono le sedute spiritiche, i maghi e i ( pseudo ) guaritori, si limitano a proferire emerite fesserie negazioniste. ” La più grande astuzia del maligno è quella di farci credere di non esistere ” preconizzò Baudelaire. La certezza, nonostante l’ordinazione di un pugno di esorcisti, è che il ” lasciapassare ” dell’incredulità dell’ uomo moderno, farà sghignazzare il principe delle tenebre, ” co regista ” occulto del pianeta terra, assieme alla libertà umana.
Gianni Toffali



DIVERSAMENTE ORIENTATI? I "PRATICANTI" FINIRANNO ALL'INFERNO

“ La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. Quando questi principi vengono negati o mal compresi si realizza un’ offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace ”. Concetto espresso nei giorni scorsi da papa Benedetto XVI. D’ innanzi ad asserzioni tanto ovvie quanto razionalmente inoppugnabili, il cattolico praticante Nichi Vendola ha dichiarato che “ L’ omofobia è una fabbrica di intolleranza e di violenza. Perché far finta di nulla? Perché chiudersi a riccio nella difesa dei propri dogmi? Non siamo chiamati a costruire quella convivialità delle differenze che ci educa alla pace e alla libertà? Vorrei chiedere alla Chiesa Cattolica – ha proseguito il leader di SEL – perché questa fuga dal dialogo, dall’ ascolto, dal confronto? In fondo anche gli inquilini del Sacro Soglio più volte hanno sbagliato nel corso della storia. Mi permetto – ha concluso il neo alleato di Bersani – di citare il verso di una preghiera: Signore salvami dall’ imperizia di chi salva i principi e uccide le persone ”. In parole semplici, l’ icona dell’ omosessualità “ buona e giusta ” sdoganata in certa parte di chiesa progressista, ha tacciato papa Ratzinger di omofobia. Nichi Vendola, i cattolici e i preti che la pensano come lui, dovrebbero sapere ( in realtà lo sanno ma fingono di non saperlo ) che la condanna dell’ omosessualità non è saltata fuori dalle ubbie di qualche papa di ristrette vedute, ma dagli ammonimenti espressi sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, nonché da moltissimi Santi e Padri della Chiesa. “ Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento “ disse San Paolo in Romani 1, 26/32. ” Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio ” proseguì l’ apostolo delle genti in Corinti 6,9/10. Le citazioni delle condanne dell’ omosessualità contenute nelle Sacre Scritture, potrebbero continuare all’ infinito. Chi pensa che le promesse delle fiamme per i sodomiti conclamati non siano politically correct e incompatibili con la convivialità delle differenze, perché invece di continuare prendersela con i fedeli successori di Pietro, rinnega Gesù Cristo e le leggi divine ed esce dalla cattolicità? Continuare a scambiare la Chiesa Cattolica Apostolica Romana per la Chiesa diversamente orientata di Sodoma e Gomorra, è un atto di superbia ( il primo dei sette vizi capitali ) che potrebbe “ costare ” l’ aldilà.
Gianni Toffali



BERLUSCONI E L'INVIDIA (dei sinistri suoi nemici)

All’indomani dell’aggressione subita in piazza Duomo a Milano, l’entourage di Silvio Berlusconi pubblicò il libro “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”: sintesi dei messaggi di sostegno pervenuti dai suoi elettori. Nella prefazione Berlusconi scrisse: “nei giorni della mia convalescenza, mi sono ancora più persuaso che davvero l’amore vince su tutto, non solo sull’odio che rende violente contro l’avversario politico le menti più fragili”. Parole che evidenziano l’animo ottimista e affettuoso del personaggio. Ebbene, se il più amato-odiato dagli italiani si fosse dato meno al bel mondo e più alla ricerca dell’essere, avrebbe scoperto che i sentimenti dell’odio e dell’invidia albergano nella quasi totalità degli esseri umani. I detrattori di Silvio, vale a dire coloro che lo ritengono la causa prima delle catastrofi finanziarie e atmosferiche del pianeta terra, non hanno iniziato ad odiarlo per le sue idee politiche, bensì muovendo da banali premesse del tipo: perché lui è stato il più votato dagli italiani ed io no?; perché lui è un imprenditore di successo ed io no?; perché lui è diventato il presidente del consiglio ed io no?; perché lui è molto amato della donne ed io no?; in parole semplici: perché lui si e io no? Interrogativi che nei mediocri si traducono inesorabilmente in invidia ed odio. Le scienze umane spiegano che l’invidia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non nasce da afflati di uguaglianza e giustizia verso gli ultimi e gli indigenti, ma da quell’inconfessato desiderio di depredare il prossimo (vedi comunismo) che Nietzsche definiva prosaicamente Umano, troppo umano. L’invidia, precisa inoltre la morale cattolica, è un vizio capitale che non dipende da cause esterne, ma dalla malvagità del cuore dell’uomo e laddove l’uomo pone il suo tesoro. Gesù lo disse ai suoi discepoli: “Dal cuore provengono propositi malvagi, omicidi, adulteri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie.” (Mt15,19). La teologia evidenzia che chi pone al centro di tutto il proprio “io” è spinto alla tristezza per il bene degli altri. San Tommaso, qualificò l’invidia come “la tristezza dei beni altrui” (II-II, q.36, a.1) e rilevò che mentre è logico che la tristezza sorga per il male proprio, con l’invidia accade il contrario: il bene altrui è creduto un male proprio perché si pensa possa sminuire “la propria gloria o la propria eccellenza”. Berlusconi stia dunque sereno: l’odio e l’invidia che gli piovono addosso, sono umani, troppo umani.




Gianni Toffali

BASTA IPOCRISIE, DON CORSI E PONTIFEXROMA HANNO RAGIONE.

In Italia, se un prete in odor di eresia (categoria assai copiosa tra le mura vaticane) dalle ampie vedute mondane mette in bocca a Gesù Cristo espressioni del tipo “ero gay e non avete riconosciuto il mio amore per il mio simile; ero malato cronico o terminale e non mi avete regalato la morte; ero gravida in un momento sbagliato e non mi avete permesso di abortire; mi sono sposata con l’uomo sbagliato e non mi avete concesso di risposarmi; ero sterile e non mi avete autorizzato a riprodurmi in vitro", gli applausi e consensi sono assicurati. Eppure, nonostante le succitate blasfeme espressioni vengano quotidianamente proferite da non pochi pulpiti, non si ha notizia di vescovi che abbiano ripreso i loro infedeli ministri.




Un esempio per tutti: don Gallo. Prete dichiaratamente comunista che in ogni luogo e circostanza si dichiara a favore dell’aborto e dell’omosessualità. Di don Gallo meno celebri, la chiesa cattolica ne è zeppa, eppure nessuna condanna è mai piovuta sulle loro "bestemmie". Al contrario, se un prete ribadisce concetti ovvi e banali come ad esempio che una donna discinta può scatenare l’istinto maschile, apriti cielo: gli piovono addosso le ire di mezza Italia e il suo vescovo minaccia di scomunicarlo.



Detto fatto! Don Piero Corsi, il prete che ha affisso nella bacheca della sua parrocchia un articolo edito dal sito Cattolico Pontifex.it trattante una disamina parziale delle ragioni della violenza sulle donne, è stato accusato da taluni media abituati a sguazzare nel torbido e nella menzogna, di giustificare e comprendere i soprusi maschili. In realtà, l’articolo di Pontifex e le successive dichiarazioni di don Piero non ha fatto altro che ribadire quel che dice il magistero della Chiesa riguardo al pudore delle donne.



Pudore che, per certa fetta di società laica e di chiesa rotta alla modernità, suona come termine scandaloso, medievale e blasfemo. Assodato che i crimini perpetrata dai maschi sulle donne, vanno duramente condannati e mai giustificati, non si può negare che talune donne abbiano facoltà più d’altre, di sedurre e titillare i peggiori istinti maschili. E giacché, come ci viene insegnato a scuola, l’uomo è poco più che un animale intelligente senz’anima, appare del tutto “naturale” che le sovreccitazioni ormonali generino atti incontrollati. I documentari che vediamo in Tv dedicati agli animali, dimostrano questo. Curiosità: perché i garantisti del multiculturalismo, vale a dire coloro che amano i “vizi” e le “virtù” del prossimo più della democrazia e della libertà in cui dicono di credere, non spendono una sola parola di condanna verso l’islam che “ama” le donne nella misura in cui le sottomette? Sono più gravi i richiami al pudore di don Piero o le infibulazioni, le bastonate, le umiliazioni, i kefiah e burka fatti forzatamente cingere alle "castigate" donne islamiche?

Gianni Toffali

martedì 21 agosto 2012

DON BRUNO CESCON: PRETE MODERNISTA PEGGIO DI CASINI

“Occorrerebbe il coraggio avuto da Helmut Kohl per i democratici cristiani tedeschi. Pur rifacendosi ai valori del cristianesimo ha laicizzato il partito democristiano sulle questioni etiche non più condivise, diluendo alcune posizioni cattoliche e aprendo moderatamente ai diritti civili. Ma i cattolici italiani, la gerarchia stessa, sono disposti a percorrere la strada di una sia pur minima laicizzazione dell´ispirazione cristiana di un partito?” Parole e pensieri chiaramente in opposizione con la dottrina cattolica che non accetta compromessi e “diluizioni” sui cosiddetti valori non negoziabili. “Castroneria” (o eresia?) che se proferita da un “Carneade Casini” qualunque (vale a dire colui che a parole dice di essere cattolico, ma nei fatti veicola azioni politiche lontane anni luce dal magistero della chiesa) sarebbe stata liquidata come l’ennesima boutade da vecchia volpe democristiana a caccia di voti. Peccato che la “sparata” apparsa il 19 agosto su alcune testate nazionali, sia stata detta da don Bruno Cescon, docente di studi teologici e direttore di settimanali cattolici. E’ “normale” che un uomo di chiesa abbia l’ardire (seppur mascherato sotto le sembianze della domanda ingenua) di dettare il calendario alle gerarchie vaticane? E’ normale che un uomo di Dio auspichi che i laici e la stessa Chiesa svendano i valori cattolici in favore dei cosiddetti valori civili? E quali sarebbero i valori civili per il teologo Cescon? Il diritto all'Aborto, al divorzio, alla fecondazione artificiale, alla droga libera, e all'omosessualità? E pensare che pochi giorni prima il card Bagnasco aveva detto che “i cristiani com'è loro dovere, sono stati e continueranno ad essere lievito nella società con fiducia e spirito di servizio, consapevoli di aver ricevuto un giacimento inesauribile di visione e di valori religiosi, umani e culturali. La loro presenza non è codificata in formule specifiche, fatta salva la consapevolezza che sui principi di fondo non si può mercanteggiare, che i valori non sono tutti uguali ma esiste una gerarchia; che l'etica della vita e della famiglia non sono la conseguenza ma il fondamento della giustizia e della solidarietà sociale”. Prima di impartire lezioni ai laici cristiani, il presidente della Cei, non farebbe meglio ad insegnare i rudimenti della teologia a quei non pochi preti che amano mercanteggiare con i nemici della vita, della famiglia, della Verità e di Dio?
Gianni Toffali

mercoledì 15 agosto 2012

VASCO ROSSI PENSIERO (perverso pensiero)

Nonostante il vizietto per gli stupefacenti l’abbia ripetutamente portato a reiterati ricoveri, Vasco Rossi ha nuovamente decantato le magnifiche sorti e progressive della droga libera. Prova che la massima secondo la quale gli anziani sarebbero maestri di vita, non vale per tutti. Non pago di aver istigato i giovani per l’intero arco della sua attività artistica, allo sballo, alla vita spericolata, all’individualismo, al nichilismo e alla trasgressione, il Blasco ha pensato di dedicare la terza età, ai “diritti” dei tossicodipendenti. Dall’alto della sua esperienza (ovviamente non canora) ha tentato di spiegare a chi si occupa di far uscire i tossicodipendenti dal tunnel della droga, che "La legalizzazione non risolverebbe i problemi ma ridurrebbe i danni". Come dire: siccome i tossicodipendenti sono degli emeriti cretini incapaci di intendere e volere, meglio dar loro droga gratis, piuttosto che se la procurino facendo guai e violando la legge. Una logica razionale che nemmeno il più deficiente dei filosofi sarebbe in grado di formulare. Chi pensa che le “istruzioni per la morte” del “Blasco pensiero” rappresentino la panacea per debellare la piaga della droga, pensi, oltre ai milioni di deceduti (tra cui molte star della spettacolo), agli altrettanti milioni di zombi che quotidianamente provocano incidenti, cagionano disagi a se stessi e alle proprie famiglie e soprattutto pesano sul sistema sanitario nazionale. La droga uccide, e chiunque la promuova dovrebbe essere accusato di istigazione al suicidio e di crimini contro l’umanità.
Gianni Toffali

venerdì 23 marzo 2012

LA SINISTRA AMA LE MANETTA E LA GOGNA

La camera ha negato l’arresto di Cosentino. A fronte di una richiesta di arresto priva di riscontri oggettivi, a fare scandalo non è stata la sinistra che come da “buona” tradizione marxista, ama il tintinnio delle manette più della libertà, ma il voto favorevole all’arresto di Maroni e le dichiarazioni pro galera del sindaco veronese Tosi. Come hanno coraggiosamente fatto notare i radicali e alcuni esponenti della Lega vicino a Bossi, dagli atti processuali a carico di Cosentino, sono emerse unicamente folate di fumus persecutionis esalato dai soliti magistrati rossi ed ideologizzati. Nulla di strano sotto il sole, la sinistra ha pedissequamente ripetuto il sempiterno cliché di sempre: laddove non riesce la politica, “sopperisce” la toga, ovviamente amica. Fanno specie invece le parole di Maroni e Tosi che, per ambizioni individuali, per spodestare il trono a Bossi, per prendere in mano le redini della Lega e per rompere l’alleanza con Berlusconi, si sono prodigati per mandare in galera un loro alleato. Se è vero che il potere logora chi del tutto non ce l’ha, è altrettanto vero che troppe luci mediatiche, logorano la pietà umana e amplificano boria e orgoglio.

SODOMITI GAY TRANSGENDER

La settima scorsa alcuni media hanno riportato la notizia che il bambino transgender più giovane del mondo non sarebbe stato accolto in un gruppo scout americano. A far piangere, non è tanto la notizia in se, ma l’uso sconsiderato del termine transgender. Il transgender è colui che per convinzioni ideologiche e culturali decide di essere o diventare né maschio, né femmina. Qualsiasi dizionario precisa infatti che “il transgenderismo è da considerarsi come un movimento politico/culturale che propone una visione dei sessi e dei generi fluida e che rivendica il diritto di ogni persona di situarsi in qualsiasi posizione intermedia fra gli estremi stereotipati maschio/femmina”. Diversamente dall’omosessualità e dal transessualismo, dove la scelta di cambiare sesso è dettata o “suggerita” da impulsi e tendenze sessuali interiori, il transengenderismo è una scelta ideologica che solo una persona adulta è in grado di fare. Affermare quindi che un bambino possa essere o nascere transgender è un’emerita idiozia. Idiozia solo parzialmente imputabile all’ignoranza di certuni giornalisti in cerca della notizia scoop. Il “merito”, o meglio, la strumentalizzazione di un minorenne la cui unica “colpa” (il bambino in questione vorrebbe semplicemente indossare abiti femminili) è il non aver sviluppato una chiara identità maschile (problematica facilmente “guaribile” con l’ausilio dei genitori e di un psichiatra), è ascrivibile unicamente ai “promotori” della cosiddetta ideologia di genere, vale a dire a quella folta schiera di sovvertitori laicisti che in nome del relativismo etico e morale, vorrebbero distruggere l’ordine morale naturale ordinato da Dio. Entrando nel dettaglio, per la tradizione filosofica e linguistica che ha il suo referente nelle Scritture Bibliche, la persona è “maschio” o “femmina”. La connotazione anatomica e biologica del sesso assegna a ciascuno una specifica identità, l’identità sessuale appunto. Per l’ideologia di genere, invece, la persona non è “maschio” o “femmina”, bensì è ciò che diventa secondo le multiformi scelte nel corso della vita. La persona assume così indifferentemente varie “identità di genere”, a seconda della sua libera scelta. In questo senso anche l’ideologia omosessuale viene addirittura superata. La persona non è mai definita sul piano sessuale, ma è in uno stato mutevole di “generi” che essa stessa si può dare. Nell’ideologia di genere affiora una specie di odio verso il sesso come connotazione biologica che prescinde dalla scelta personale, esso è visto come qualcosa che condiziona ingiustamente la libera esperienza di vita di ciascuno e quindi come un limite insopportabile alla libertà. L’ideologia di genere, in definitiva, ha come obiettivo il sovvertimento della realtà sessuale. Se nella Genesi è scritto: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò (Genesi 1,27), Gesù riprende lo stesso tema, dicendo: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina?” (Matteo 19,4), l’ideologia di genere proclama che non vi è in natura né “maschio” né “femmina”, ma tanti generi quanti ciascuno si voglia liberamente dare. Quando si toglie Dio dall’orizzonte umano, la ragione eclissa, e la depravazione trionfa sovrana.

L'IPOCRISIA DEL COMUNISTA NAPOLITANO

Nella giornata della memoria il presidente Napolitano ha messo in guardia contro “ i rigurgiti di negazionismo, antisemitismo e di intolleranza – e ammonito – contro ogni ricaduta nel nazionalismo, nella ricerca del nemico e nel rifiuto del diverso”. Da comunista mai pentito, Napolitano ha approfittato della shoah per “promuovere” la sua area d’appartenenza e per screditare Lega e PDL. Peccato che le generiche accuse mosse nei confronti del centro destra siano messe in atto dalla sua parte politica. E’ o non è negazionismo, negare come fanno i nipotini di Marx, che il comunismo abbia sterminato cento milioni di esseri umani? E’ o non è antisemitismo e intolleranza, come fanno i pacifisti, e i troppi “Arrigoni”, odiare gli israeliani e amare al contempo i terroristi palestinesi? E’ o non è nazionalismo, come fanno gli adoratori della Costituzione e dello Stato Italiano, impedire che i leghisti coltivino il federalismo? E’ o non è ricerca del nemico, chi uccide, come fanno gli abortisti, chi è ancora nel grembo della madre? E’ o non è rifiuto del “diverso”, discriminare, come fanno gli omosessuali, chi ritiene che l’amore tra un uomo ed una donna sia superiore al contatto sterile tra due persone dello stesso sesso? I “sinistri” hanno moltitudini di scheletri negli armadi. Prima di atteggiarsi a moralizzatori, meglio facciano pulizia in casa propria.

ATEI A RISCHIO SUICIDIO

Anche Whitney Houston se n’è andata. La strage prodotta volenti o nolenti dal cosiddetto star system, non sembra avere crisi. Poco prima di lei erano passati a migliore vita (ammesso che nell’aldilà Dio abbia avuto pietà della loro anima ) Amy Winehouse e Michael Jackson. Se si dovesse stilare un elenco degli artisti estinti in virtù del classico stile di vita di una star, non basterebbe un libro. Luigi Tenco, Mia Martini, Kurt Cobain, Jim Morrison, Elvis Presley, Sid Vicious, Brian Jones, Andy Gibb, Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Freddie Mercury, Stevie Ray Vaughan, e George Harrison, sono solo i più noti. Morti per droga, alcol o suicidio, gli uomini di spettacolo “finiti tragicamente”, costituiscono la prova vivente che la notorietà, la ricchezza, il potere e il successo non riescono a saziare la sete di verità, amore e infinito che alberga nell’anima degli esseri umani. Verità, amore e infinito che non possono essere raggiunti soddisfacendo il portafoglio e il basso ventre, ma curando il rapporto con il trascendente. Ecco il motivo per cui le statistiche hanno appurato che la categoria più colpita dal male di vivere, oltre ai succitati artisti, è quella degli atei e degli agnostici. Se si continuerà a pensare come fanno gli illusi ebbri di materialità e carnalità, vale a dire che la spazzatura offerta dal mondo possa dare un senso all’esistenza umana, prepariamoci ad una società di depressi e aspiranti suicidi.

CELENTANO E MEDIA CATTOLICI IGNORANTI

Assodato che non poche riviste cattoliche (o presunte tali) non vengono distribuite nelle chiese a motivo del fatto che molti sacerdoti si rifiutano di distribuire ai fedeli giornali che come ha detto Celentano fanno molta politica e zero teologia, l’argomento più gettonato andato in onda nei giorni scorsi sui media italiani aveva per argomento i novissimi. I novissimi spiega la teologia cattolica sono le cose ultime che riguardano la morte, il giudizio, l’inferno, il paradiso e il purgatorio. Nella scorsa settimana per una singolare coincidenza, ben tre personaggi hanno parlato di quello che spetta agli esseri umani dopo la morte. Celentano ha detto che Famiglia Cristiana e Avvenire non parlano mai di paradiso; la vincitrice del Festival Emma Marrone ha vinto con la canzone “Non è l’inferno” e infine al Chiambretti Sunday Show il tradizionalista veronese Maurizio Ruggero, citando San Paolo, ha ricordato all’ex prete scomunicato Franco Barbero che i sodomiti e gli effeminati non entreranno nel regno dei cieli, bensì all’inferno. Nonostante il “novello” Savonarola scaligero abbia ricordato una banale verità delle Sacre Scritture e del Magistero, vale a dire che l’inferno c’è ed esiste, poco è mancato che il pubblico aizzato da Platinette lo lapidasse in diretta. Ma l’ignoranza circa la sottovalutazione dell’inferno non concerne unicamente i “don Celentano” o pochi laici “superbi” che ne vorrebbero sapere più della Chiesa Madre e Maestra, ma anche una consistente fetta (se non maggioritaria) di clero che ha scambiato l’istituzione fondata da Cristo per una sorta di crocerossina laica finalizzata alla realizzazione della pace e della giustizia sociale. In realtà, la Chiesa Cattolica è stata eretta da Gesù Cristo e affidata a Pietro e a suoi successori, esclusivamente per la salvezza delle anime. Parlare, come fanno laici e preti solo di paradiso e mai di inferno e purgatorio, equivale a illudere i peccatori che le loro colpe non saranno punite. La conseguenza di tale dottrina parallela è di mandare i mancati “penitenti tra le fiamme eterne. Predicatori da strapazzo e preti buonisti si devono convincere che Dio è si babbo, ma non babbeo.

MANIFESTANTI NO TAV? MALATI DA CURARE

Il ministro dell’interno Annamaria Cancellieri e i dirigenti delle forze dell’ordine insistono nel liquidare i manifestanti No Tav come dei facinorosi contrari al progresso da tenere sotto controllo mediante cordoni di agenti o se necessario con l’esercito. La domanda che ci si deve porre è: ma i disagi esistenziali possono essere curati con l’uso della forza? E’ invero ingenuo pensare che chi vuole bloccare delle opere pubbliche democraticamente approvate da tutte le forze politiche italiane sia mosso prettamente da istanze politiche o ecologiche. Le scaturigini della violenza dei No Tav vanno dunque ricercate altrove, precisamente nella psicopatologia. Dopo il crollo del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica i nipotini di Marx hanno visto infranti sogni ed ideali. L’effetto dirompente di tale implosione ha generato migliaia di frustrati e depressi. Con la caduta del governo Berlusconi il quadro clinico dei “pazienti” si è ulteriormente aggravato. Nella mancanza di un bersaglio facile o di un governo politico da colpire, gli angosciati hanno tentato l’auto guarigione edificando un nuovo totem da adorare. La psichiatria e la psicologia spiegano che i degenti gravi pur di scrollarsi di dosso il dolore che li affligge, sono disposti a qualsiasi follia. Ecco dunque spiegata la facilità del passaggio dalla falce e martello al binario Torino Lione. Come dice: meglio che niente! E’ alla luce di tale quadro clinico che si può spiegare l’irresponsabile gesto auto lesionista di Luca Abbà, il giovane leader anarchico che per far desistere le ruspe cattive ha volontariamente toccato un cavo dell’alta tensione. Quando ci si appiglia a ideali sbagliati, ridicoli e patetici, le conseguenze sono tragicomiche. Il progetto dell’alta velocità potrà essere ultimato senza ulteriori scontri fisici soltanto se le forze dell’ordine saranno affiancate da schiere di specialisti della mente. I manganelli fanno bene, ma un buon psichiatra molto più.

LA BUFALA DEL 8 MARZO

Le donne italiane hanno da poco celebrato l’8 marzo. Una festa, praticamente inesistente. La mitologia femminista ha tramandato per decenni il racconto che la data dell’8 marzo fu scelta alla seconda Conferenza internazionale di donne socialiste a Copenhagen, nel 1910, per commemorare la carneficina di oltre cento operaie di una camiceria di New York, intrappolate in un incendio appiccato dal padrone della fabbrica per vendicarsi di uno sciopero. Qualche anno fa si scoprì che, l’incendio non era riconducibile né a scioperi, né a serrate, che fece vittime anche fra gli uomini, e che soprattutto avvenne nel 1911, cioè un anno dopo Copenhagen. In realtà, l’istituzione dell’8 marzo come Festa della donna risale alla III Internazionale comunista, svoltasi a Mosca nel 1921, dove fu lanciata da Lenin come “Festa internazionale delle operaie”, in onore della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo. Una festa comunista dunque, che di femminile ha solo l’uscita serale tra amiche in localini chic e night club. Al contrario delle donne che hanno festeggiato senza cognizione di causa (leggasi anche senza sapere quel che fanno), l’unico ad avere colto la valenza ideologica della festa della donna, è stato il presidente Napolitano. Da vero comunista con la fissa del lavoro, ha auspicato che il sistema Italia ampli l’estensione degli asili nidi e dei servizi all’infanzia affinché le donne siano più libere di lavorare. Invece di prendere atto che l’entrata della donna nel mondo del lavoro ha snaturato e destrutturato la famiglia italiana, Napolitano ha gettato le basi per un’ulteriore escalation di crisi famigliari. L’adoratore del Totem lavoro dovrebbe ricordarsi che sin dagli albori dell'umanità le donne hanno da sempre svolto ruoli che ruotavano prevalentemente all'interno delle mura domestiche. I risultati erano entusiasti: stabilità famigliare, figli rettamente allevati ed educati, aborti e divorzi zero. Poi arrivò il sessantotto e la festa della donna. Anarchici, rivoluzionari, figli dei fiori, libertini, comunisti, pagani, abortisti, divorzisti e femministe, insinuarono che la donna poteva realizzarsi maggiormente uscendo di casa. Gli effetti furono catastrofici: instabilità famigliare, figli allo sbando, aborti, divorzi e corna decuplicati. Fatti che nessuno può negare! Il governo Monti invece di perdere tempo a parlare di pari opportunità, di diritti delle donne, di quote rosa e baggianate analoghe, dovrebbe piuttosto impegnarsi a varare politiche famigliari che permettano alla donna di fare la madre e la moglie (una femmina stanca e stressata non è in grado di fare le fusa al marito) a tempo pieno senza costringerla ad uscire di casa. Le donne che scimmiottano i maschi nella carriera professionale o politica, non solo tradiscono il dono della femminilità, ma contribuiscono in maniera determinante all’impoverimento e alla denatalità del paese Italia. Meno festeggiamenti e mimose, e più figli! Le vere donne, mogli e madri, sono questo

L'ODIO DELL'ISLAM PER LE DONNE

Nei giorni scorsi la magistratura militare egiziana ha assolto un medico militare accusato di aver costretto un gruppo di manifestanti donne a sottoporsi a "test di verginità". Il processo era nato dalla denuncia di Samira Ibrahim, 25 anni, una delle manifestanti che subì il "test di verginità" nel marzo 2011. Hassina Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International ha asserito che "ancora una volta, i militari egiziani hanno voltato le spalle alle donne che, come Samira Ibrahim, hanno mostrato un enorme coraggio sfidando le istituzioni militari del paese”. Nel resto del mondo, migliaia di associazioni femministe laiche hanno condannato l’assoluzione bollandola come sentenza maschilista. Ma come, metà pianeta aveva plaudito alle cosiddette primavere islamiche, e adesso che l’Egitto, il primo dei paesi “liberati” ha emesso una sentenza che la maggioranza della popolazione maschile musulmana condivide, si grida allo scandalo? La vergogna, non concerne l’assoluzione di un medico che ha soltanto verificato le virtù morali delle insubordinate, ma l’assenza di rispetto manifestato dalle donne occidentali verso una cultura che considera le femmine soggetti da sottomettere. Se è vero che come dicono i pontieri delle culture e i promotori del dialogo interreligioso, il melting pot delle genti arricchisce reciprocamente, perché non imparare dai maschi adoratori della mezza luna come si addomesticano le femmine affette da pruriti libertini occidentali? Dopotutto, non si dice forse che nessuna civiltà è superiore ad un’altra?

GUARIRE DALL'OMOSESSUALITA' E' POSSIBILE

Dando per scontato che l’essere gay è una condizione naturale, nei giorni scorsi il Parlamento Europeo e la Suprema Corte di Cassazione hanno approvato due risoluzioni atte ad assicurare maggiori diritti ai “diversamente orientati”. Nonostante l’assiomatica certezza scientifica che due persone dello stesso sesso non generano vita, bensì, come hanno ampiamente dimostrato le conseguenze degli atti sodomitici, morte per Aids e malattie veneree, le istituzioni pubbliche, e assieme a loro la stragrande maggioranza dei media italiani, censurano sistematicamente le testimonianze degli omosessuali guariti. I sovvertitori dell’ordine naturale occultano all’opinione pubblica una realtà pressoché sconosciuta alle grandi masse, vale a dire quell’esercito di psicologici e psichiatri che silenziosamente hanno guarito e stanno guarendo migliaia di persone affette da presunta omosessualità. Se i professionisti della psiche umana e gli stessi ex “pazienti” avessero il coraggio di uscire alle scoperto e di asserire pubblicamente che l’omosessualità non è un problema sessuale, ma di identità perduta, moltitudini di "disorientati", potranno finalmente tornare a vivere secondo le regole della natura.

ISLAM? NO GRAZIE!

Il killer di Tolosa, Mohamed Merah, e' morto per un colpo alla testa nel corso del blitz delle teste di cuoio. Meritata fine che dovrebbe immediatamente riaprire un dibattito pubblico sulla pena di morte, abolita con troppa leggerezza nei paesi europei. Chi ammazza il prossimo per futili motivi, non merita pietà né compassione. Nonostante le solite fonti ideologizzate e in mala fede avevano inizialmente ipotizzato una matrice neo nazista, si è poi scoperto che i crimini erano stati perpetrati da un islamico di terza generazione nato in Francia. Intervistato da Radio 24, Cristiano Magdi Allam ha asserito che Merah ha tolto la vita a sette persone perché semplicemente suggerito dal Corano e dall’esempio della vita di Maometto. Per suffragare la veridicità delle sue analisi, vale a dire che i crimini e gli attentati perpetrati dagli islamici sulle vite degli infedeli, non sono compiuti per fanatismo, ma in ossequio alle prescrizioni islamiche, ha invitato gli ascoltatori a leggere attentamente il Corano. Nonostante la storia abbia appurato che i cristiani non hanno mai manifestato intolleranza e odio ai popoli confinanti e che per converso, gli islamici hanno ripetutamente tentato di conquistare e sottomettere gli infedeli con l’uso delle armi e della forza, c’è ancora qualche idealista fessacchiotto che ritiene la religione islamica non meno degna di rispetto della religione cristiana. Se l’occidente civilizzato, democratico e liberale non vuole soccombere sotto le picconate dell’espansionismo islamico, si adopri per edificare muri che impediscano ai nipotini di Allah di farci ammazzare tutti. I promotori del dialogo interreligioso sostengono che le differenze arricchiscono. Giustissimo! E allora, perché non imparare dai nostri fratelli maggiori ebrei come si edificano solidi muri contro chi ama la morte più della vita?