Sino al 13 giugno 2011, si pensava che solo il calcio possedesse la capacità di alleviare frustrazioni, insoddisfazioni, rabbie, delusioni, scontentezze e amarezze. A partire dalle ore 16, cioè l’ora in cui sono stati diffusi i primi dati sui referendum, si è scoperto che persino la politica riesce a curare le patologie degli italiani. Ad aver visto gruppuscoli di agitati esultare sino alla follia per un banale esisto referendario (il cui solo effetto sarà quello di pagare le bollette più care rispetto alle nazioni che dispongono di centrali nucleari), c’è da rimanere sconcertati. Non si può non pensare che in quelle masse si celino, non solo profili psicologici instabili, ma germi rivoluzionari di sinistra memoria. Qualche giorno prima dei referendum, la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, aveva coraggiosamente dichiarato che se i referendum avessero vinto, l'Italia sarebbe tornata indietro. E cosi sarà. Le responsabilità della sconfitta? Troppo comodo scaricare le responsabilità unicamente sui professionisti della menzogna, vale a dire le organizzazione ecologiste specializzate da decenni nel terrorismo psicologico di massa, le colpe vanno attribuite al complesso di inferiorità tipico del centro destra. Dai vertici alla base, nessun componente del governo ha avuto il coraggio di asserire pubblicamente che boicottare un referendum è un diritto sacrosanto non meno nobile del diritto all’andare a votare. La storia del comunismo votato dal popolino con annessi e connessi cento milioni di morti, è la prova provata che i “sinistri” sono più bravi a intortare le masse dei “destri”. Chi ha creato l’uomo lo sapeva bene, ecco il motivo per cui Gesù Cristo con profondo rammarico se ne uscì con il sibillino "i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce" (Luca 16, 1-13). Visto i risultati, e come dargli torto?
Gianni Toffali
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