Se non fosse per la gravità del fatto, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate. In un quartiere romano alcuni imprenditori extracomunitari subiscono un’aggressione da parte di ignoti, e la sinistra risponde gridando al pericolo fascista. Peccato che un soggetto degli energumeni coinvolti negli atti vandalici, fosse per sua stessa ammissione, un militante di sinistra con tanto di effigie di Che Guevara tatuata sul braccio. Ciò che la sinistra si sforza di occultare è il dato ontologico che la violenza è connaturale all’essenza stessa dell’ideologia comunista. Nessuno può negare che tutte le rivoluzioni sociali di derivazione marxista siano state messe in atto mediante l’esercizio sistematico della brutalità. Lo stesso Che Guevara, icona del pacifismo nostrano di casa nostra, morì mentre sparava piombo ai suoi nemici. Non bisogna farsi abbindolare: il buonismo pacifista è solo la maschera esteriore di chi odia con il sorriso sulle labbra.
Gianni Toffali
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