Anche quest'anno il principio che sta prendendo piede è uno solo: non offendere. Gesù bambino nei presepi? Meglio toglierlo, anzi, meglio sostituirlo con un'icona del martire Che Guevara. La parola Gesù nelle canzoncine di Natale? Sostituirla con il termine «virtù». Non è proprio la stessa cosa ma più consono all'ipocrita clima politically correct. E nella recita di fine anno la natività si può rimpiazzare con la storia di Cappuccetto Rosso o del poligamo Maometto e delle sue 4 mogli. Il Natale ormai, grazie ai politeisti che amano tutte le religioni fuorché quella cristiana (l'unica vera), rischia di diventare davvero una festa sui generis. Il motivo? Ovvio, per non offendere i musulmani e non creare differenze tra i bambini cattolici e quelli di altre religioni. Un conto è la tolleranza ed il rispetto per tutte le confessioni, altro è la cancellazione di ogni riferimento alle nostre radici cristiane. Di questo passo si andrà verso una deriva nichilista che peserà sul futuro e sull’identità del popolo italiano. Stiamo andando verso una ghettizzazione e una marginalizzazione dei cattolici veramente insopportabile. Ed è ora di dire basta anche a chi con il pretesto della (falsa) laicità sta tentando di distruggere la civiltà cristiana.
Gianni Toffali
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