Certa bibliografia ha dipinto San Francesco d’Assisi come un sempliciotto pacifista che nel tempo libero parlava con gli animali e giocava a scopone con i compagni di merenda della mezza luna. In realtà, i suoi sermoni erano più simili alle scudisciate di Savonarola che ai “volemose ben” del papa buono, della luna, delle carezze e dei bambini. Tra i molti discorsi “dimenticati”, ecco che proferì nell’assai politicamente scorretta Lettera ai reggitori dei popoli: “Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e dalle preoccupazioni di questo mondo, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di lui, sono maledetti e saranno dimenticati da lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte. E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori saranno i tormenti che dovranno patire all’inferno..”. “Antipatico” no? Se le affatto lusinghiere profezie di Francesco si rivelassero vere, ricchi, potenti, sapienti, “assorbiti” e “indaffarati” senza fede, avranno un “grattacapo” in più a cui pensare: meglio una vita da leoni, o un’eternità da “inceneritori”?
Gianni Toffali
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