lunedì 26 luglio 2010

DALLA “LETTERA AI REGGITORI DEI POPOLI” DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

Certa bibliografia ha dipinto San Francesco d’Assisi come un sempliciotto pacifista che nel tempo libero parlava con gli animali e giocava a scopone con i compagni di merenda della mezza luna. In realtà, i suoi sermoni erano più simili alle scudisciate di Savonarola che ai “volemose ben” del papa buono, della luna, delle carezze e dei bambini. Tra i molti discorsi “dimenticati”, ecco che proferì nell’assai politicamente scorretta Lettera ai reggitori dei popoli: “Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e dalle preoccupazioni di questo mondo, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di lui, sono maledetti e saranno dimenticati da lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte. E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori saranno i tormenti che dovranno patire all’inferno..”. “Antipatico” no? Se le affatto lusinghiere profezie di Francesco si rivelassero vere, ricchi, potenti, sapienti, “assorbiti” e “indaffarati” senza fede, avranno un “grattacapo” in più a cui pensare: meglio una vita da leoni, o un’eternità da “inceneritori”?
Gianni Toffali

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