Benedetto XVI durante la visita ad una parrocchia romana ha asserito che “poco si parla dell’inferno” aggiungendo che “esiste ed è eterno”. Finalmente! Era ora che il Pontefice ricordasse questo semplice articolo di fede ai sacerdoti che nelle omelie non parlano più dell’aldilà e soprattutto che rifuggono dal pronunciare una parola che è diventata tabù: inferno. Eppure a taluni “smemorati” sarebbe bastato rileggere il Catechismo della Chiesa Cattolica dove al paragrafo 1035 si afferma che “ La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell’inferno, il fuoco eterno”. L'errore dottrinale della "teologia moderna" è l'aver fatto credere, tanto ai laici quanto ai religiosi, di essere talmente buoni da non meritare altro che il paradiso. Oltre al fatto che si è insinuato una sorta di dogma “alternativo” e cioè la negazione di quella realtà che la fede lega all’inferno: il peccato! Se non si crede al concetto di peccato, naturale poi, non credere nemmeno alla possibilità della dannazione eterna. Speranza vana: buonisti ed auto indulgenti, sono avvisati.
Gianni Toffali
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