lunedì 26 luglio 2010

LA LAICITA'

Caro Direttore, credo che ai tanti radicali, atei, comunisti e pseudo-laici che hanno plaudito alla sentenza di Ofena, non faccia male tornare sui banchi di scuola. Questi signori, nonostante alcuni rivestano funzioni politico istituzionali, devono ancora apprendere i rudimenti della lingua italiana.
La declamata suprema laicità dello Stato (evidentemente uno slogan che hanno imparato a memoria come le tabelline), non significa epurazione di ogni forma di religiosità simbolica o reale dal panorama pubblico, ma esattamente il suo contrario. Ovvero la valorizzazione e la massima visibilità e trasparenza di tutte le espressioni religiose di un Paese. Ma non è certo che per i suddetti signori siano spuntate le orecchie d’asino a solo motivo di uno scarso impegno scolastico. La verità è ben altra! Hanno deliberatamente piegato, manipolato e distorto in cattiva fede, le pur nobili intenzioni del supremo principio della laicità dello Stato, trasformandolo in suprema ideologia laicista anticattolica!
La solidarietà espressa ad un’integralista provocatore come Adel Smith è la migliore garanzia della loro disonestà intellettuale e morale.
Gianni Toffali

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