E' facilmente intuibile che dietro le quinte del recente oscuramento di Radio Telepace nella città di Roma, si nasconda il solito malcelato livore anticattolico. Poco valgono sul piano tecnico e normativo le giustificazioni che le autorità competenti hanno addotto per motivare lo smantellamento del ripetitore radiofonico.
Suona ridicolo che su migliaia di impianti di trasmissione radio, solo Radio Telepace non sia risultata in regola con le disposizioni vigenti. Questa l'ufficiale versione di facciata, ma la realtà è tristemente nota: mettere il bavaglio e boicottare con tutti i mezzi, leciti o illeciti, lo spirito libero delle voci cattoliche. Radio Telepace, emittente cattolica veronese che da più di vent'anni segue il Santo Padre in tutto il mondo portando la Sua voce nelle case di tutti gli italiani, è stata colpita a motivo della sua "vulnerabilità": nessuna potente lobby o interessi forti alle sue spalle, ma solo preghiere ed offerte libere.
Ma Radio Telepace è solo l'ultima delle "vittime" perseguitate dalla cultura anticlericale. Chi non ricorda due anni or sono i tentativi di processare Radio Vaticana per inquinamento elettromagnetico? Medesime forche caudine erano state riservate anche a Radio Maria per analoghe questioni.
E' innegabile che oggi come non mai, è in corso una silenziosa aggressione anticattolica, atta ad ammutolire o deformare quelle verità sull'uomo che provengono da Cristo e dalla Chiesa, incarnate e veicolate in questo terzo millennio anche grazie ai nuovi strumenti di comunicazione di massa come radio, televisione e stampa.
Purtroppo la stragrande maggioranza dei cattolici ha bellamente bevuto quel pregiudizio collettivo, secondo il quale i mezzi di informazione cattolici sono poco obiettivi e poco pluralisti. E' una leggenda metropolitana creata ad arte dalla solita subdola e mimetizzata cultura anticlericale che ipocritamente cita in continuazione il pluralismo"Volterriano", ma poi nella realtà, lo nega nei fatti.
Gianni Toffali
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