lunedì 26 luglio 2010

A PROPOSITO DI SCIENZA E FEDE (BOIATE DI ODIFREDDI)

In questi giorni a Verona il matematico e scrittore Piergiorgio Odifreddi nell'ambito degli appuntamenti culturali Sorsi d'autore, ha affrontato il rapporto tra fede, cultura, ragione e scienza. L'ospite ha esordito elogiando la positività dei progressi scientifici e tecnologici a favore dell'umanità, ma, in coda venenum, ha però chiuso l'intervento sparando a zero contro la Chiesa Cattolica. "Questa religiosità diffusa - ha asserito Odifreddi - contribuisce ad una mentalità che rende difficile accettare le scienze, perché la scienza non ammette miracoli…il cattolicesimo a differenza delle altre religioni non convive bene con la scienza perché è dogmatica, e la maggior parte di questi dogmi sono incomprensibili alla ragione. Per essere scientifiche le cose devono essere riproducibili. Non è un caso che tra gli scienziati credenti, siano pochissimi i cattolici, la maggior parte sono protestanti ed ebrei: credo si spieghi con l'abitudine di questi a non avere intermediazioni, a leggere i testi, una forma di indagine diretta più simile alla ricerca scientifica". Breve replica. 1) Circa i miracoli, bisogna ricordare che le commissioni incaricate di accertare la soprannaturalità delle guarigioni o altri inspiegabili eventi (liquefazione del sangue di San Gennaro) sono costituite essenzialmente da medici e scienziati assolutamente laici. 2) I dogmi non concernono verità scientifiche, ma di fede e morale, ecco per cui, per esempio, il dogma della Trinità non è comprensibile dalla ragione, ma reso luminoso esclusivamente dalla fede. 3) Molti scienziati non si dichiarano cattolici (a parte il prof. Zichichi che non ha mai fatto mistero della sua fede in Gesù Cristo), per il semplice motivo che, non è un mistero, le lobby scientifiche e taluni istituti di ricerca, " intralciano" palesemente chi si professa cattolico. 4) Chi studia i testi sacri non fa ricerca scientifica, ma semmai, esegesi e filologia. Il non facile rapporto tra fede, ragione e scienza non sta tanto nell’invasione di competenze della Chiesa Cattolica in un territorio che non le spetta (accuse molto gettonate dall'attuale cultura moderna...), ma piuttosto nella "superbia" di talune “strutture filosofiche” che si rifanno allo scientismo, all'illuminismo e al positivismo. Vale a dire a quelle correnti di pensiero dell'otto - novecento che dopo aver rimosso Dio e la fede dallo scibile umano, hanno riposto le speranze dell'umanità, unicamente nelle magnifiche sorti e progressive della ragione e della scienza. Ci sarebbe fiumi di parole da sprecare sulle conseguenze di certe applicazioni scientifiche lasciate in balia di se stesse. Non basta aver mosso qualche passo sulla luna per tributare alla scienza virtù taumaturgiche ed infallibili: Hiroshima, Nakasaki e le tante altre vittime delle cosiddette bombe intelligenti, smentiscono questa ipotesi. Se invece la scienza avrà l'umiltà di misurarsi e confrontarsi con la sapienza e i consigli suggeriti dalla Chiesa Cattolica e dalle altre confessioni religiose, allora si che l'umanità potrà forse tornare a sperare e sorridere senza l'incubo di futuri scenari apocalittici che già si profilano sull’orizzonte.
Gianni Toffali

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