La cultura laica, presunta garante di tutte le espressioni di pensiero, vorrebbe imporre il pluralismo etico (che è il nuovo nome della morale laica) appellandosi alla sola coscienza. Libertà di coscienza e pluralismo etico, non sono però ascrivibili al lessico cattolico! L'adesione alla fede cattolica comporta il rispetto e l’adesione a precisi e irrinunciabili “codici di comportamento”. Questa semplice verità va ricordata non solo ai laici, ma anche a taluni cattolici che in nome di un malinteso senso della libertà umana, hanno fatto della morale pubblica e privata, una variabile indipendente da utilizzare a proprio uso e consumo. Non basta una maggioranza o una legge dello Stato, per stabilire ciò che è bene e ciò che è male. Per sgombrare il campo da immancabili soggettivismi circa la fede e la morale, è sufficiente ricordare quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica al cap. 86: "I fedeli, memori della Parola di Cristo ai suoi Apostoli: "Chi ascolta voi, ascolta me" (Luca 10, 16), accolgono con docilità gli insegnamenti e le direttive che vengono loro dati, sotto varie forme, dai Pastori". Il Catechismo parla chiaro: nessun spazio per la morale del "fai da te". Per i cattolici, ogni presa di posizione sganciata dal Magistero della Chiesa, equivarrebbe a porsi fuori di essa. La cultura cattolica non è ancella di nessuno e non svende alcuna Verità per conseguire plausi o consensi di massa. La vita umana è mistero e sacralità, ambizioni scientifiche ed egoismi di coppia possono attendere.
Gianni Toffali
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