lunedì 26 luglio 2010

LA CENSURA DI CERTE IMMAGINI

Non è vero come dice qualcuno che il magmatico calderone mediatico sia un tritatutto asservito a poteri di parte, finalizzato a provocare manipolazione, indottrinamento e opinioni tendenziose. Le foto delle torture e dell'esecuzione di Nick Berg ipocritamente centellinate con il contagocce dai media, non hanno reso un buon servizio all'opinione pubblica. La censura delle immagini forti storpia la realtà, la blinda in una illusoria bambagia, in un mondo rosato, ove appare vero solo ciò che si vede. La realtà è altra, con tutte le sue crudezze visibili e nascoste, e chiudere gli occhi non serve a cambiarla. Tutta la storia umana è costellata di abominevoli violenze. Ci si è mai scandalizzati per gli orrori del passato documentate su foto, raffigurazioni e dipinti del passato? Che significa questa delicatezza di stomaco, questo pseudo-moralismo da preservazione (dalle immagini) dell'ultima ora? La visione delle immagini violente non è voyeurismo, ma liberazione, coscientizzazione e presa d'atto delle realtà umane. Solo le immagini rendono un servizio alla verità, le parole, quelle scritte, molto meno.
Gianni Toffali

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