Caro Direttore, pregare, una semplice parola ed un'umile azione. Ma nella società del superuomo che non deve chiedere mai, ricorrere alla preghiera è considerato una debolezza, una "cosa" per piccoli uomini senza orgoglio e dignità. Eppure, unicamente nella preghiera stava racchiuso il segreto e la forza di Madre Teresa di Calcutta. E sempre da questa inesauribile fonte si sprigiona la misteriosa energia che spinge ogni giorno migliaia di laici e religiosi, a spendersi per il prossimo senza nulla aspettarsi. Non da generiche filantropie, non da vaghi umanitarismi e neppure da buoni propositi lasciati a se stessi, può scaturire l'eroico coraggio di annullare se stessi per farsi dono a chi è nel bisogno. L'amore autentico e disinteressato non si autoalimenta da se! Ogni amore umano, se non c’è tornaconto, è destinato a finire. E non bastano nemmeno piccoli e sporadici gesti di generosità (magari consumati in fretta nell'alveo modaiolo di certo volontariato al solo fine di pulirsi la coscienza) per dirsi veri amanti dell’umanità. Solo la preghiera spezza accidie, egoismi umani e carità pelose. Forse per imbarazzo o per non arrossire di bigotto clericalismo, solo pochissimi mezzi di informazione durante la beatificazione di Madre Teresa, ne hanno evidenziato "l'inumana scaturigine". Cosi “scandalosa” agli occhi immanenti e secolarizzati del mondo. Di grandi benefattori dell'umanità che non abbiano pregato e la storia lo dimostra, non se ne sono mai visti.
Gianni Toffali
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