lunedì 26 luglio 2010

LETTERA APERTA AL VESCOVO DI VERONA SUI NUOVI PROGRAMMI PASTORALI

La nostra Associazione Civiltà Cristiana; vuole farsi portavoce del grande disagio che stanno vivendo molti fedeli di Verona, sacerdoti compresi, davanti al nuovo progetto che i responsabili della Pastorale diocesana stanno proponendo, insistentemente, alla nostra diocesi, anzi, a onor del vero, stanno imponendo; a tutti i parroci come normativo e vincolante a livello diocesano, con toni così perentori da far pensare a una sorta di fondamentalismo teologico davvero preoccupante.
Infatti, quello che preoccupa e sconcerta è proprio il metodo coercitivo con cui da anni si vuole imporre, non la Dottrina della Fede, ma unicamente la teologia delle scuole diocesane, ultimamente riassunta in quel libro del "Sinodo "; che vorrebbe, in pratica, sostituirsi "in toto "; al Catechismo della Chiesa Cattolica tanto raccomandato dagli ultimi due Papi! E quel che ci rammarica, Eccellenza, è il fatto che a nulla sono serviti i ripetuti appelli rivolti pure alla Sua Persona per un Suo intervento chiarificatore.
Si stanno ormai da tempo raccogliendo i frutti di questa impostazione:
continue defezioni tra il clero giovane, nel quale ha scarsa efficacia, di fronte alle prove della vita, la forza della fede che fonda le certezze della vocazione; lo sfascio delle famiglie di cui Verona detiene il primato, e l'assoluta impreparazione degli insegnanti di religione, alcuni dei quali si professano apertamente agnostici o atei, con grande sconcerto degli stessi alunni che sempre di più scelgono di rinunciare allora di religione.

In questa prima nostra lettera vogliamo riassumere alcuni aspetti di questa impostazione recentemente sanciti nel libretto "Progetto pastorale post-sinodale 2005-2008 ";, aspetti che riteniamo molto importanti perché vedono direttamente coinvolti non tanto gli adulti, ma i bambini, i più indifesi. Si tratta, infatti, della formazione in vista dei Sacramenti dell'iniziazione cristiana (Progetto pastorale pg. 17 n.3):
1. Soppressione delle classi e delle regolari lezioni di catechismo per
elementari e medie che hanno da sempre caratterizzato e ravvivato le nostre parrocchie, per sostituirle con incontri comunitari sporadici, dove non è più la figura della catechista che educa e insegna, bensì tutta la comunità cristiana. "Va sciolta la stretta corrispondenza fra percorso scolastico, età e ricezione dei sacramenti "; (doc.cit. pg.19). I bambini che non sono preparati e consapevoli non possono accostarsi alla Prima Comunione..
2. Tutto questo nell'intento di coinvolgere le famiglie nella
formazione dei loro figli. Infatti si deve passare "dal catechismo dei bambini al cammino di fede della famiglia ";(doc. p.18)
3. Il Battesimo non lo si può più amministrare individualmente, dietro
richiesta dei genitori, ma solo comunitariamente, in date prestabilite da ogni parroco perché "sia evidente che è la comunità che accoglie i nuovi venuti e non i nuovi venuti che iniziano un rapporto privato con la fede e con Dio "; (doc.cit. pg. 16).

PUNTO 1) Soppressione delle classi e delle lezioni di catechismo per
elementari e medie.
Se togliamo la figura della catechista che, sotto la direzione del parroco, sia pure con tutte le lacune e le difficoltà, ha sempre costituito il motore portante della formazione sistematica dei bambini, come pensa, Eccellenza, che la comunità parrocchiale possa assumersi adeguatamente questo compito?
Questo intervento comunitario tanto invocato dove si vive la fede, e che normalmente si celebra nel "Giorno del Signore ";, la domenica, con la Santa Messa e con l'eventuale partecipazione della famiglia, (quando esiste!) rientra se mai nell'aspetto pratico della vita cristiana, nell'esperienza da vivere, nel rapporto interpersonale da riscoprire. Ma se manca l'aspetto teorico-dottrinale nel quale si spiega il perché del "Giorno del Signore ";, o il significato dell'Eucaristia, o il Mistero dell'Incarnazione ecc. si finisce per ridurre la fede a fideismo, ad una questione semplicistica dove sembra che per essere buoni cristiani basti comportarsi bene e volersi bene nella vita.
- D'altra parte per un sacerdote il dovere di dare formazione
catechistica, come quello di celebrare i Sacramenti è irrinunciabile, perché parte costitutiva del suo dovere ministeriale.
- Purtroppo il Sinodo veronese recentemente conclusosi ignora
totalmente questo aspetto fondamentale e si apre invece a un "Annuncio "; generico, vago, dispersivo e sicuramente perdente, sottovalutando l'importanza dei sacramenti dell'iniziazione cristiana come valore "salvifico ";, e facendone parte di un percorso generico di formazione lasciato alla cura arbitraria delle famiglie che, purtroppo, per molti bambini, neppure esistono. Cosa possiamo sperare di raccogliere domani, se adesso seminiamo il "nulla "; o al massimo solo sociologia e buonismo, nell'anima dei nostri fanciulli?
Preparazione e consapevolezza dei bambini. Siamo tutti convinti che per
accostarsi ad ogni Sacramento, e ancor più ai Sacramenti dell'Iniziazione cristiana, sia necessaria una preparazione.
- Ora, chi prepara il bambino se, nel nuovo progetto, si vogliono
sopprimere le lezioni di catechesi?
- E come verrebbero costituiti quei "gruppi "; che seguono
cammini diversi, al di là delle classi e dell'età, in vista di ricevere l'Eucaristia? Si dividono i più bravi dai meno bravi?
- Non si venga a dire che in quella mezza giornata mensile dedicata
all'incontro comunitario che dovrebbe sostituire la catechesi, si compiranno meraviglie!!
In quanto poi, al fatto che i bambini devono essere "consapevoli "; del Sacramento, quanti di noi adulti che riceviamo da anni l'Eucaristia siamo davvero consapevoli di ciò che stiamo compiendo? Sono veramente consapevoli certi preti quando, alla Consacrazione, neppure si inginocchiano, e si guardano attorno distratti anziché contemplare il "Mistero Umano-Divino "; che si compie tra le loro mani?
San Pio X che aveva favorito l'accesso alla Prima Comunione ai bambini fin dai 7 anni, non temeva affatto di affermare che per un bambino la consapevolezza doveva consistere solo nel saper distinguere il pane normale da quello consacrato, perché, in quanto a tutto il resto, ci avrebbe pensato Gesù stesso a riempire la sua anima di Grazia, di luce e di sante ispirazioni. Infatti, non dice il Catechismo perenne che i Sacramenti agiscono, con le dovute disposizioni personali previste dalla Chiesa, "ex opere operato? "; C'è il rischio di considerare la Chiesa come una qualunque struttura umana governata da una mentalità efficientista e pragmatica dove trionfa solo la nostra capacità, personale o comunitaria, di decidere, di comprendere, di discernere, di stabilire, di omettere ciò che dà fastidio o ciò che il prurito di novità vorrebbe cancellare, ignorando l'azione gratuita di Dio nell'anima delle persone, di questo nostro Uomo-Dio meraviglioso che ci ama tanto, e si degna di entrare nelle nostre anime, così inaridite, così razionaliste, così miscredenti, così imbevute di eresia da non credere più che esista l'Inferno per tutti coloro che tradiscono Gesù Cristo e la sua Chiesa!

PUNTO 2° - Responsabilità della famiglia. Noi siamo convinti che, se la
famiglia e la comunità sono primarie nell'accompagnare la crescita spirituale del bambino, non per questo è da tralasciare l'insegnamento sistematico (magari in modo moderno, vivace e interessante), della dottrina cristiana, da parte di catechisti ben preparati, orientati dai rispettivi parroci. D'altra parte non è certo una novità il fatto che le parrocchie abbiano sempre cercato di coinvolgere le famiglie nella formazione dei propri figli, con incontri di vario genere, ora impegnativi, ora festosi, senza per questo abolire il regolare catechismo!
- Con le famiglie disastrate che ci ritroviamo al giorno d'oggi,
con i genitori che neppure vanno ai colloqui con i docenti a scuola, siamo proprio così ingenui da credere che i genitori siano disposti, al di là della loro effettiva preparazione che è tutta da verificare, ad assumersi questo compito?
- Davanti a una decisione così importante per la coscienza e la vita
delle nuove generazioni, sono state interpellate e consultate le famiglie prima di scaricare su di esse, arbitrariamente, una responsabilità del genere, sapendo che per molti bambini la famiglia neppure esiste?
- Com'è possibile che pochi responsabili in diocesi detengano
tutto questo potere, al punto da decidere loro al posto dei genitori le scelte più appropriate per la formazione dei loro figli?

PUNTO 3° - Quando il Battesimo? Per quanto riguarda il Battesimo, è la
solita questione:
- è più importante la decisione della comunità o quella di Dio che
vuole arricchire al più presto della sua grazia l'anima della creatura appena nata? Il Battesimo è un dono gratuito di Dio, come il latte materno che si riceve gratuitamente dall'amore della madre senza esserne neppure consapevoli!
Col Battesimo non si entra semplicemente in una comunità, ma si
entra primariamente nella Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, e l'anima, divinizzata, diventa tempio della SS.ma Trinità.
- Oggigiorno si presentano situazioni tali nelle famiglie da
sconsigliare, se non addirittura impedire la celebrazione comunitaria del Battesimo. In tutti i casi, è sempre prioritario il diritto del bambino a ricevere il battesimo rispetto alla partecipazione della comunità.
- Dio offre gratuitamente perché è Amore, ma non ci toglie la libertà,
non ci impedisce di rinnegare, in qualunque momento, il Battesimo e lo stesso Dio, e di adorare il diavolo, se lo vogliamo!

Con un programma del genere, a cui è d'obbligo fare riferimento per ogni iniziativa pastorale e che viene ostentato come grande conquista sinodale per tutta la città e diocesi, è ancora lecito ritenersi "cattolici "; qui a Verona?
Davanti a fatti così gravi che potrebbero avere delle ripercussioni disastrose su intere generazioni dalle quali molto difficilmente ci si può risollevare, è doveroso ricordare a tutti, in particolare ai sacerdoti che, pur mantenendo rispetto e riverenza verso l'Autorità ecclesiastica costituita, esiste anzitutto il dovere di obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, laddove la coscienza individuale e il senso di fede del popolo cristiano ravvisano un grave pericolo per la Fede di tutta la comunità.
Questo era nostro dovere di coscienza esprimere, mentre Le rinnoviamo, Eccellenza, i segni della nostra riverenza come Pastore della nostra Diocesi.
Gianni Toffali

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