lunedì 26 luglio 2010

LE BADANTI: UNA REALTÀ INASPETTATA...E TRISTE

Il 3 maggio un quotidiano veronese ha pubblicato la notizia che una colf ucraina è morta di tumore nella solitudine più assoluta (al funerale era presente solo il medico che ha voluto rendere pubblico il fatto, ed alcune connazionali) perchè la famiglia in cui l'ucraina prestava servizio le impediva di sottoporsi a visite mediche. Alcuni giorni dopo il quotidiano notiziava la mobilitazione di molti veronesi per favorire economicamente il rientro in patria della salma. Atto riparatorio di pietà, che ha lenito solo in parte un'infinita tristezza. E' scomodo ammetterlo, ma questo caso estremo è solo la punta dell'iceberg di una sottile "discriminazione" perpetrata ai danni di molte colf e badanti, considerate, a motivo della loro condizione: straniere e povere, cittadine di serie B. La stessa natura precaria della professione, talvolta la clandestinità e l'esubero delle stesse, impedisce a queste donne di far valere i loro diritti. Ricatti, umiliazioni, stipendi da fame, malattie non pagate, ferie non godute e non raramente, molestie sessuali, costituiscono una realtà sommersa, non solo nella cattolicissima Verona, ma nell'Italia intera. Non è una denuncia campata in aria, basta rivolgersi a qualsiasi associazione di volontariato o centro di ascolto, per avere conferma a questa vergognosa situazione. Un sondaggio che garantiva l'anonimato, realizzato qualche mese fa aveva confermato questa grama condizione. Ma la denuncia si era limitata al solo grido di dolore. Le varie associazioni, che spesso fungono da trade-union tra famiglie e badanti, non dovrebbero limitarsi ad assegnare posti di lavoro, ma verificare successivamente il rispetto delle tutele lavorative. Gli italiani troppo occupati a far carriera, troppo presi a fare "schei" e che non hanno tempo da sprecare per i loro genitori anziani e malati, dovrebbero dimostrare più rispetto verso queste persone che suppliscono non solo materialmente, ma anche affettivamente alle aridità famigliari. La carità cristiana, la solidarietà e la fratellanza si esercitano a partire dalla prossimità. Invece di indignarsi per le lontane ingiustizie del mondo, impariamo a vedere quelle vicine.
Gianni Toffali

1 commento: