lunedì 26 luglio 2010

PSEUDO CATTOLICI ITALIANI (I SOLITI PROGRESSISTI)

A giudicare dal comportamento di non pochi cattolici che si esprimono e muovono in assoluta controtendenza rispetto alle direttive e al magistero della Chiesa, è ardito ipotizzare la nascita di una nuova generazione di cattolici “volterranei”? Un ossimoro, filosoficamente parlando, ma l’illuministica “convinzione” assimilata e fatta propria da tanta parte del mondo cattolico, “non sono d’accordo con le tue idee, ma mi batterò affinché siano affermate”, è una consistenza a cui la Chiesa dovrebbe prestare maggiore attenzione. Ritenersi cattolici adulti, non è un isolato caso di altezzosa autopersuasione alla Romano Prodi, ma “sentire” generalizzato di numerosi fedeli. La cartina di tornasole dello scollamento in atto tra fede e cultura in seno alla policromatica realtà cattolica, è rappresentata dai media italiani. In questi giorni di campagna referendaria, l’ex vicepresidente delle Acli Antonio Tombolini dai microfoni di radio Radicale e dalle pagine di alcuni quotidiani nazionali, sta esortando i cattolici italiani a recarsi alle urne per votare si ai 4 quesiti che chiedono l’abrogazione della legge 40 sulla procreazione assistita. Il cattolico praticante Giulio Andreotti, all’esortazione del Cardinale Ruini di disertare le urne referendarie, ha polemicamente chiosato che in ossequio alla CEI non andrà a votare, ma senza capire perché. Lo storico della Chiesa Alberto Melloni, dalle pagine di un noto quotidiano, si dice inoltre convinto che dietro le quinte della Chiesa Cattolica conservatrice di Giovanni Paolo II, molti prelati e sacerdoti stiano covando malesseri e malumori pronti ad esplodere appena le condizioni lo permetteranno (Concilio Vaticano III?). Secondo Melloni, una Chiesa nuova, aperta alla libertà di ricerca, alle coppie di fatto, ai divorziati, agli omosessuali, ecc…sta impazientemente scalpitando all’ombra di San Pietro. Non c’è dubbio che gli strumentali tentativi di “intorbidamento” della Chiesa Cattolica operati da troppi sedicenti cattolici siano finalizzati a confondere le idee e seminare zizzania, ma ciò che inquieta è che le suddette “aperture” siano condivise ed auspicate da non pochi ambienti cattolici. La sensazione (da non confondere con la nostalgia...) è che la dissoluzione del partito unico dei cattolici, a suo tempo sdoganata e benedetta dalle gerarchie Vaticane, e la conseguente diaspora dell'elettorato scudocrociato all’interno delle diverse entità politiche, abbia, per infausta eterogenesi dei fini, devitalizzato quel buon lievito che avrebbe dovuto ammantare la politica italiana, seppur laicamente, di valori cristiani. Il rischio è che il prototipo del cattolico volterriano, dopo aver già dato pessima prova della sua “ibridità”, favorendo negli anni settanta e ottanta le vittorie referendarie dell’aborto e del divorzio, commetta ora i medesimi errori (se di errori si può parlare...)concettuali. Non sarà opportuno che i cattolici volterranei, prima di abbracciare ad occhi chiusi ideologie laiciste assai poco cristiane, recitino qualche preghiera per impetrare saggezza, e magari dopo, diano una rispolverata allo sconosciuto Catechismo della Chiesa Cattolica?
Gianni Toffali

Nessun commento:

Posta un commento